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Diamanti al cacao con arancia e fava tonka

Diamanti Al Cacao Con Arancia E Fava Tonka

Diamanti al cacao con arancia e fava tonka. “Theobroma cacao” (cibo degli dei) questo è il termine scientifico del cacao e i primi agricoltori che iniziarono la coltivazione della pianta furono i Maya intorno al mille a.C.

I semi indicavano prosperità nei riti religiosi; il cacao era una medicina che poteva guarire la mente e il corpo (eritemi, diarrea o mal di stomaco); ed era la base del sistema monetario. 

Il cacao valeva molto e per questo era anche merce di scambio, con il cacao si poteva “acquistare” tutto, possedere dei semi poteva significare essere “ricchi”. Con 3 semi di cacao si poteva avere una zucca o un uovo di tacchino e con cento si poteva entrare in possesso di una canoa o di un mantello in cotone. Andando ai giorni nostri possiamo affermare che con il cacao si fanno ottimi biscotti.

l dolcificante usato per lunghi secoli fu sempre il miele fino a quando una nuova era per i biscotti si ebbe con la diffusione di un ingrediente, sbarcato per la prima volta a Venezia nel 996: lo zucchero. Il cacao, anche se non si può stabilire con certezza il momento in cui sarebbe approdato in Europa, molto probabilmente arrivò in Spagna nel 1544.

Avevo tanta voglia di biscotti al cacao e visitando vari siti ho trovato molte opzioni, ho deciso infatti di fare una variante di questi biscotti integrali al cacao, ma con ancora più cacao.

 

biscotti diamantini

Il biscotto, quel dolcetto che siamo ormai abituati a trovare sulle nostre tavole soprattutto per la colazione del mattino, ha un’origine molto antica. A dimostrarlo è proprio il suo nome che deriva dal latino medioevale bisctoctus: bis, due volte, e coctus, cotto. In origine erano soltanto delle fette di pane cotte una seconda volta nel forno poi, nel corso dei secoli, sono diventate delle irresistibili golosità. Sembra che l’Italia sia ritenuta la loro patria. Si dice infatti che i primi a usare speciali pani biscottati furono i soldati romani nelle loro missioni di terra e di mare.

Infatti, la tradizione vuole derivi dall’usanza di tagliare un pane a fette, che venivano cotte una seconda volta per toglierne completamente l’umidità e garantirne una lunga conservazione, e nacquero anche le fette biscottate.

Nella Roma antica i dolci venivano preparati dai pistores dolciarii: molto diffusa era una sorta di piccola focaccetta confezionata con farina di formaggio secco, uova, semola e miele. I ricchi romani usavano offrire dolci al termine dei pasti, con lo scopo di sgrassare la bocca. Si trattava di piccoli biscotti secchi, pepati e durissimi. Con il tempo. i biscotti hanno cambiato forma, sapore e consistenza.

Insomma, un dolce con una storia e una preparazione antica che in alcuni casi si caratterizza per l’uso di farine diverse. I primi dolci, piccoli e secchi, venivano confezionati anche con il vino e il latte, arricchiti con noci, nocciole e mandorle raccolte allo stato selvatico. Successivamente fu utilizzata anche altra frutta, come i datteri, i fichi e le mele cotogne, che l’uomo aveva imparato a disseccare al sole.

Un grande ruolo per la conservazione e lo sviluppo della tradizione legata a questi dolci fu svolto cucine dei monasteri medievali dove venivano confezionati pasticcini e perfezionate varie ricette di biscotti: i ricciarelli, i berlingozzi, i calcionetti, i pinocchiati, le cotognate, i morselletti, i cialdoni del Magnifico Lorenzo e molti altri ancora.

Con il passare dei secoli la biscotteria si fa sempre più raffinata. Sorgono intorno alla metà dell’Ottocento – in Inghilterra, Francia, Italia, Belgio e Olanda – i primi biscottifici, inizialmente a carattere artigianale, che elaborano e modernizzano ricette molto antiche, sono le antesignane della grande industria dolciaria di oggi. La borghesia ottocentesca consacrò i biscotti nei riti salottieri, gustandoli con il tè, la cioccolata calda, o i vini passiti. Pensiamo ai biscotti per il famoso afternoon tea degli inglesi, pensiamo ai biscotti che facevano le nostre nonne e le nostre mamme, semplici e magari con codette colorate, confettini argentati per i compleanni e tanto cacao per renderli ancora più buoni.

Quelli che vi presento oggi sono i diamantini, biscotti molto semplici e molto buoni, il loro nome deriva dallo zucchero dove vengono rotolati prima di essere tagliati che li rende brillanti come se avessero intorno tanti piccoli diamanti. C’è molto burro e per questo sono buoni, ma una volta ogni tanto si possono mangiare, io ammetto che li mangerei tutti i giorni, adoro i biscotti al burro,. Andiamo alla ricetta

Ingredienti per Diamanti al cacao con arancia e fava tonka:

  • 180 g di farina tipo 1
  • 160 g di burro freddo
  • 1 uovo biologico
  • 2 cucchiai di cacao
  • 4 cucchiai di zucchero a velo
  • zucchero semolato da mettere intorno
  • la scorza grattugiata di un’arancia biologica
  • fava tonka grattugiata per il profumo

Mettete il burro a cubetti, la farina, il cacao e lo zucchero a velo nella planetaria e impastate inserendo il gancio a foglia, verrà un impasto bricioloso a cui aggiungerete l’uovo, fate incorporare bene l’uovo e poi prendere l’impasto dandogli una forma tipo cilindro, usate la carta forno per evitare di appiccicarlo sul piano di lavoro. Mettete lo zucchero a velo sulla carta e rotolateci i due salsicciotti, (fatene due o tre dipende da quanto volete grandi i biscotti, io ne ho fatti due). Trasferite i salsicciotti su pellicola, rotolateli bene per dare una bella forma, chiudeteli e metteteli per3/4 ore in frigorifero. Portate il forno a 180°C.

Riprendete i salsicciotti, scartateli e tagliateli ad un’altezza di 1 cm, metteteli su carta forno, entreranno tutti e poi infornateli, per 10 minuti, non di più perché diventerebbero duri come tutti i biscotti freddandosi. I nostri Diamanti al cacao con arancia e fava tonka sono pronti da portare in tavola. Assaggiate i vostri biscotti con un buon tè, io li trovo ottimi.

Altre ricette di biscotti potete trovarle qui degli ottimi frollini di farro al cacao, qui,  i bellissimi occhio di bue e anche qui i biscotti di Prato, chiamati anche cantucci, e qui un intero afternoon tea con i famosi shortbread e i chelsea buns. Ce ne sono tanti altri, avete solo l’imbarazzo della scelta. Alla prossima

[1]  aidepi

[2]  placidasignora

[3]  taccuini storici

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