Nella movida di Montesacro arriva il locale tutto toscano
Schiacciate, Lampredotto e Peposo, Cacciagione, Grandi Salumi, Formaggi e Vini: I Sapori dello Street Food Toscano più Famoso arrivano finalmente a Roma
Il 7 novembre a Roma, nel cuore di Montesacro, quartiere della nuova movida romana ha aperto le sue porte la
“LA SCHIACCIATERIA dei MALEDETTI TOSCANI”
Lo Chef di “Maledetti toscani” spiega l’idea di prtare a Roma una delle tradizioni dei paesi toscani, la merenda del pomeriggio, fatta con salumi, schiaccia, vino rosso e la famosa spuma che oramai non si trova quasi più, ed è uno di quei sapori, ve lo dice una toscana, che rimandano direttamente all’infanzia, che bevevi sulla spiaggia mentre facevi merenda con la schiaccia ripiena di salame.
Ottima idea quella di aprire una locale in una delle zone della nuova movida romana, Montesacro è pieno di giovani e noto con piacere che stanno aprendo diversi localini interessanti, questo è sicuramente adatto ai giovani ma anche ai meno giovani.
Un ambiente familiare con un arredamento che ti mette subito a tuo agio. Subito all’ingresso la grande lavagna con il menu lascia il dominio visivo al lungo bancone di legno, agli alti sgabelli con vista sui salumi appesi e vini, posti d’onore destinati alla conversazione con l’oste e all’intrattenimento godereccio. Poi i tavoli, scuri e robusti, le sedie, le barrique, le piattaie, cocci antichi e quadri, ceramiche, grattugie, vecchie bilance e pesetti, tutto qui sottolinea la schiettezza e il calore di un luogo dove l’accoglienza, il sapore e le generose porzioni sono sempre di casa.
La schiacciata della “SCHIACCIATERIA dei Maledetti Toscani”, è una focaccia tipica toscana, condita in superficie con olio evo e sale grosso, che viene realizzata a lievitazione naturale con farina semi integrale e lievito madre. Le succulente farce per le versioni “umide” vengono tutte cucinate direttamente nella trattoria dei “Maledetti Toscani” da Ciro del Pezzo, così come i tipici contenuti dei “Cocci” che vanno dalla “Ribollita” alla “Carabaccia gratinata”. Poi ci sono le versioni “asciutte” che vengono gratificate con i grandi salumi toscani: finocchiona, capocollo, lardo di colonnata, salame, crudo e soppressata toscani, salumi di “Cinta Senese” e “Grigio del Casentino” Presidio Slow Food, e quelli di cacciagione; o con i formaggi, i pecorini stagionati e quelli abbucciati, quelli freschi come lo stracchino ed il “Gorgonzola del Mugello”, sia fresco sia semi-stagionato. Nel menu, schietto e semplice, oltre all’indiscusso panino con il “Lampredotto e salsa verde”, Ciro del pezzo, con il suo estro saldamente legato al sapore, inserisce stagionalmente creativi panini ed opzioni vegetariane che vanno da quello con Cavolo nero ripassato, salsiccia di Siena e stracciatella di Bufala a Patata schiacciata, cacao amaro e guancia di manzo brasata al Sangiovese, dal Salmone affumicato in casa, ricotta di capra, indivia belga e mostarda di frutta al Carpaccio di Porcini al prezzemolo, zucca, caprino semi-stagionato, pensati per accontentare i gusti di tutti.
La schiaccia toscana, detta anche “ciaccia” (ad Arezzo e in Valdichiana) o “schiaccia” o “stiacciata” o “schiacciata all’olio” (per distinguerla dalla schiacciata fiorentina, che è invece un dolce), muia nonna la chiamava ciaccia, era un piatto contadino, di origini tanto antiche quanto incerte. In origine era un disco di pasta ottenuto amalgamando acqua e cereali vari macinati, poi “schiacciato” per poter essere cotto su pietre rese roventi dal fuoco: una preparazione che doveva corrispondere a quella della “placentia” degli antichi Romani, descritta da Catone il Vecchio, dalla quale derivano anche gli altri “pani schiacciati” dell’Italia centrale come la torta al testo umbra. Poi, nel Medioevo, in Toscana si passò alla cottura al forno. Nella tradizione panificatoria della regione, i contadini facevano il pane una volta alla settimana. Riempivano il forno con tante schiacciate che facevano da “indicatore” sulla temperatura giusta per infornare il pane. L’impasto della schiacciata, infatti, era lo stesso del pane: acqua, farina e lievito, con l’aggiunta dell’olio extravergine d’oliva e, in superficie, del sale. Semplice e perfetta per essere farcita con salumi, verdure e formaggi. L’aspetto è quello tipico della “pizza bianca”, simile a quello della focaccia ma meno oleosa e meno morbida, con diversi gradi di croccantezza a seconda della località.
Un censimento per capirne di più
Le versioni di questa ricetta sono però talmente tante che, nel giugno del 2014, la Regione Toscana, Unioncamere, l’Accademia della Crusca, l’Accademia dei Georgofili e le associazioni dei gastronomi e dei panificatori hanno eseguito un censimento in tutta la regione. Obiettivo, mettere un po’ d’ordine tra il “ciaccino” della Garfagnana, la “fugassa” massese (con evidenti influenze liguri), la “carsenta” della Lunigiana, la “cofaccia” pistoiese e il “panigaccio” e la “pieda” dell’Appennino. Ma dobbiamo fermarci, perché i campanili della litigiosa Toscana sono riusciti a collezionare, per la schiacciata, qualcosa come 617 nomi! Alta e bassa, morbida e croccante, più salata e meno salata, farinosa e non, unta (con il lardo) e asciutta, friabile e compatta, bordi alti e bordi bassi, più cotta e meno cotta, da farcire e non: un mosaico nel quale è difficile raccapezzarsi, in cui le divisioni territoriali si mescolano con le tradizioni di famiglia. Vi garantisco la sua bontà, provatela e alla Schiacciateri la fanno veramente bene
CONTATTI
LA SCHIACCIATERIA dei MALEDETTI TOSCANI
VIALE GOTTARDO, 35
00135 Roma (zona Piazza Sempione)
Tel: 06 9436 8688
Martedì, Mercoledì, Giovedì e Domenica 19:00 – 01:00
Venerdì e Sabato 19:00 – 02:0
Lunedì chiuso