Il Cibreo. Il piatto amato da Caterina de’ Medici
LA RICETTA
Tutti i libri di cucina toscana da me consultati (ne ho anche uno della cucina toscana ai tempi di Dante, pensate un po’!!!) riportano, per il cibreo, la stessa ricetta: l’Artusi, nel suo ‘La Scienza in cucina….’, altri libri, raccolte varie e l’Enoteca Pinchiorri che con Annie Feolde ci offre una ricetta splendida. Io ho personalizzato la ricetta.
Ingredienti per Cibreo il piatto di Caterina de Medici
- 200 g di creste di gallo e bargigli, (devo ringraziare il mio paziente macellaio Fabio che le ha tolte ai galletti)
- 80 g di ‘gioielli’ di pollo
- 4 fegatini
- 1 cipolla piccola
- 50 g di burro
- 1 peperoncino
- 3 carote tagliate a julienne
- 2 dl di brodo
- fin qui la mia ricetta
- di seguito la ricetta dell’Artusi e dell’Enoteca Pinchiorri:
- 2 rossi d’uovo
- 50 g di zucchero
- 2 fondi di carciofi lessati.
- Succo di limone
Lessare le creste in acqua salata per mezzora, dopo averle lavate, sciacquarle, pelarle, poi rimetterle a cuocere in una padella dove, nel frattempo avrete messo il burro e la cipolla, tagliata finissima, a rosolare.
Coprire con il brodo e far cuocere. Dopo 10 minuti, aggiungere i ‘gioielli’ e i fegatini, sempre ben puliti e liberati delle pellicine e del fiele, a questo punto aggiungere le carote tagliate a julienne e andare avanti con la cottura. Io ho aggiunto anche una punta di concentrato di pomodoro, anche per il colore.
La mia ricetta si ferma qui. Abbiamo mangiato il cibreo ieri sera, è un piatto molto fine e delicato, sono contenta di averlo cucinato perché era diverso tempo che lo dovevo fare, ma non è un piatto “facile” da mangiare anche per una come me che mangia tutto, però io devo assaggiare quasi tutto, ovviamente tutto quanto cucinato bene e possibilmente cucinato da me.
La ricetta prosegue così: gli ultimi 5 minuti aggiungere, e mescolare rapidamente, i tuorli d’uovo sbattuti con il succo di limone, servire immediatamente, con i fondi di carciofo lessati, con i porcini in padella o con fagioli freschi bollito.
Una ricetta che non conoscevo… molto particolare…
sei stata bravissima sia nella realizzazione che nella presentazione 🙂 Un grande abbraccio!
buono!!! Lo fa anche la mia mamma, bravissima!
Davvero interessante, non lo conoscevamo!
non potrei ne’ mangiarlo ne’ prepararlo, ma tu sicuramente sei stata brava
non mi funzionano ancora i commenti.
uffa
Ricordo che mio nonno mangiava le creste del gallo, a me faceva un po’impressione e non le mangiavo.
Oggi sono del tuo parere quello di assaggiare sempre tutto, ovviamente quello che è cucinato da persone che conosco.
Bello il tuo post, complimenti.
Questo piatto (che non conoscevo, grazie!) va a braccetto con la nostra Finanziera piemontese. Ho un’amico che la fa da dio – è indispensabile essere cresciuti in una casa dove è stata cucinata da sempre e portarsela dietro come ricordo di infanzia, quasi nel dna, perché ti riesca come si deve! Uno di questi giorni faremo un post a quattromani e vedrai se non ho ragione. x
che odorino…. complimenti…
Sai che questo piatto, per alcuni ingredienti utilizzati, mi ha fatto venire in mente la finanziera che viene preparata come piatto prelibato in alcuni ristoranti qui in Piemonte…
Una bella porzione me la mangerei subito seguita dal sontuoso risotto nel tomino…
Preparazione gustosa, insolita e molto elegante!!
Chapeau!!!
una ricetta sconosciuta e particolare; mi piacerebbe provarla, magari quando mia mamma deciderà di tirare il collo a qualche galletto gliela proporrò. un bacio
p.s. ho postato i panini con il licoli di cui ti parlavo
un gran bel post..ricco di informazioni..
e ricetta interessantiisima e curiosa…
complimenti cara Tam!!
buona serata!!
Complimenti per il tuo fantastico piatto, lo adoro!!! Bravissima, un bacione
Complimenti per il bellissimo e interessante post!!!
Mi sono piaciute tantissimo le informazioni che hai dato e mi complimento per la tua bravura in cucina ma ti confesso che non riuscirei a mangiare questo piatto!!!
Buonanotte
Cara Tamara, al di là di quello che può essere il gusto personale, hai ricreato un piatto che è da ammirare! Non mi sono mai piaciute le creste di gallo ma sono contenta di aver conosciuto una tradizione culinaria che ha origini così lontane! Brava!Buona giornata un abbraccio
E' bellissima la presentazione……sarà sicuramente anche buono ma io non avrei il coraggio di mangiarle. Complimenti comunque sei stata bravissima.
cavolo non so se riuscirei a mangiarla …
deve essere molto buona ma poverini questi galletti!
Complimenti Tamara, il post mi piace moltissimo. Non conoscevo affatto questa ricetta. Certo non riuscirei a mangiarla, ma questo è un problema mio 🙂
Comunque è davvero interessante e assolutamente non comune, brava!
Baci
Complimenti.Un post molto interessante e una ricetta molto gustosa.Mi ha fatto tornare in mente una ricetta simile che mangiavo da piccola.
Un abbraccio e buona giornata.
Urca che ricetta storica, non so quanti dei tuoi lettori la riprodurranno (io ho la giustificazione, sono vegetariana :-), ma penso che l'Italia sia ancora un paese dove si possano comprare galli con la cresta in macelleria… o almeno credo, io non ci entro da anni! O mi sbaglio?
Ciao
A.
Questa l’avevo persa, così la commento un po’ in ritardo. Direi che è da sempre che sogno di mangiare il cibreo ma la difficoltà di trovare le creste mi ha sempre bloccato. E pensare che da bambina ho mangiato quintalate di creste e gioielli! La prossima volta che lo fai…ehm…mi inviti…? 😉 un abbraccio
[…] Medici, grande buongustaia che amava mangiare anche cose molto strane, (famoso il Cibreo – qui – che, si racconta, ne mangiò talmente tanto fino a stare male) si portò alla Corte di Francia lo […]