I biscotti di Prato la mia versione
I biscotti di Prato la mia versione. La “Manchester della Toscana“. Nell’ottocento Prato ebbe una forte industrializzazione in vari settori ma più che altro in quello tessile e la città cominciò a crescere anche demograficamente tanto che la popolazione passò da 50 abitanti nel 1901 a 180 mila nel 2001. Nascono gli opifici tessili e ne nascono talmente tanti che Prato è definita la citta dalle 100 ciminiere. Dopo la seconda guera mondiale le vecchie ciminiere vanno in pensione e oggi si possono ammirare come archeologia industriale alcuni opifici storici come la Cimatoria Campolmi dove mio zio ha lavorato per quasi quarant’anni.
Prato è ancora oggi, nonostante la grossa crisi che l’ha colpita duramente, una delle capitali tessili europee.[1]
Cominciai a sentir parlare di Prato da ragazzina quando gli zii dalla Maremma, emigrarono in quella che era la terra promessa per lavorare nelle aziende pratesi, quelle degli stracci. Lì cercavano mano d’opera di ogni tipo, e dalla Toscana, e non solo partivano per fare fortuna. Ed era vero, in quegli anni l’industria tessile pratese era in crescita e assumevano tutti. Certo le condizioni lavorative non sempre erano delle migliori, lavoravano anche le donne, facevano un lavoro di “ripulitura” delle pezze. Le pezze erano i grandi rotoli di stoffa pronti che però andavano controllati, le donne andavano benissimo, lavoravano da casa e passavano le ore a “ripulire” le pezze dalle imperfezioni. Tenete presente che a Prato si producevano tessuti pregiati non gli stracci. Tutto veniva tessuto a Prato. E’ una città molto carina, provincia dal 1992, ha un centro storico curato con bei palazzi, è molto pulita, i mezzi funzionano bene, onestamente è una di quelle città che quando ci vai ti fa piacere tornarci, c’è il bellissimo Museo Civico di Palazzo Pretorio riaperto al pubblico nel 2013 e tanti altri musei tra cui quello del tessuto.
Adesso parliamo di Eat Prato – 300 anni di vino e di gusto. La manifestazione organizzata dal Comune di Prato in collaborazione con l’Associazione Strada dei Vini di Carmignano e dei Sapori Tipici Pratesi con la partecipazione e il supporto del Consorzio di Tutela dei Vini di Carmignano, Consorzio dei biscotti di Prato, Associazione GranPrato, Associazione per la tutela della Mortadella di Prato Igp, Pasticceri Pratesi, Slow Food Prato. E ancora la Camera di Commercio, Confcommercio, CNA, Confesercenti, Università di Firenze, si svolgerà nel centro della città dal 17 al 19 giugno. Protagonisti i migliori prodotti pratesi, dal Carmignano, alla Mortadella, il Vermouth, i biscotti e le farine GranPrato, una selezione delle eccellenze pratesi.
In occasione della manifestazione EatPrato ha pensato di organizzare un foodcontest e coinvolgere un gruppo di foodblogger per realizzare una o più ricette della tradizione o reinterpretandole. Per meglio interpretare o reinventare le ricette sono stati inviati alle foodblogger, scelte per l’occasione, dei box con le migliori produzioni della zona. Il 18 pomeriggio in piazza ci sarà un cooking show con la ricetta vincitrice.
Partecipo con una ricetta di biscotti simili ai cantucci, ma diversi, più soffici perché contengono burro, ho voluto interpretare una ricetta della tradizione leggermente rivisitata
Ingredienti per I biscotti di Prato, la mia versione:
- 500 g farina
- 250 zucchero
- 150 burro
- 200 mandorle
- 4 uova
- 1 bustina lievito
- 1 semini di una bacca di vaniglia
- la buccia grattugiata di un limone biologico
Montate il burro con lo zucchero e quando è bello spumoso aggiungete la vaniglia, un uovo per volta continuando a montare con la frusta, quindi aggiungete la farina setacciata insieme al lievito e la buccia del limone. Togliete la frusta e aggiungete a mano le mandorle, girate per distribuirle bene e poi mettete l’impasto in un sac a poche senza bocchetta, tagliatelo in modo da avere unìapertura di 5 cm e fate delle strisce nella leccarda del forno rivestita di carta. Infornate a 180°C per circa 20 minuti. Togliete i biscotti, tagliateli in obliquo e poi rimetteteli in forno per pochi minuti, verranno croccanti ma soffici. La ricetta, molto simile ai cantucci di Prato mi è stata data dal figlio di mio cugino che ha frequentano la Scuola Alberghiera e lui ringrazio, Andrea grazie.
[1]
Mi hai fatto venir voglia di visitare Prato, città che ricordo poco in quanto ci sono passata velocemente molti anni fa. E proverò anche la tua versione dei cantucci di prato, dolci tradizionali riportati nei migliori libri di pasticceria.
Le tue foto come sempre emanano un fascino unico e creano un’atmosfera davvero particolare.
Buon weekend!
Maria Teresa
Ti consiglio di andarci Maria Teresa è molto carina, ha un bel centro storico, bei palazzi e un museo appena ristrutturato che è una meraviglia, e poi dell’ottimo cibo, io conosco bene Mattei quello dei cantucci ha la bottega nel corso principale, una strada molto bella con antichi negozi e di fronte a Mattei un forno che fa un pane da dio, porterò la bozza e la fotografo così te la faccio vedere 😉