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Pane della Cornovaglia, zafferano e uvetta

Pane Della Cornovaglia, Zafferano E Uvetta

Pane della Cornovaglia, zafferano e uvetta. Conoscevo questo pane, lo avevo fatto diversi anni fa ed avevo apprezzato la morbidezza, ha un impasto molto simile al savarin, anche come sapore, è un pane da colazione e da pomeriggio per accompagnare un buon tè. Quindi mi è sembrato adatto per il contest sullo zafferano deciso durante il tour presso i produttori zafferano delle Colline Fiorentine, in località Bellosguardo.
Lo zafferano di Firenze,  veniva denominato e apprezzato a livello internazionale come “Zima di Firenze” e veniva utilizzato ampiamente come scambio di merci, oltre che nella preparazione di piatti e pietanze prelibate. Dopo decenni di  oblio, da alcuni anni una serie di appassionati produttori dislocati in diversi comuni dell’area fiorentina hanno  ripreso l’antica coltivazione.
Nel 1400 a Firenze arrivavano commercianti da varie parti d’Europa per acquistare il famoso zafferano, era noto che lo zafferano fiorentino era uno dei migliori prodotti nella zona.

Lo zafferano viene coltivato in italia da tempi antichissimi, in Maremma nella zona di Campagnatico sono state trovate delle vasche tintorie di epoca romana, questo dimostra che si usava soprattutto per tingere i tessuti, o i filati e molto più tardi, secoli dopo si cominciò ad usarlo in cucina. Oggi la Toscana ha diversi produttori di zafferano

Mio cugino produce l’antico zafferano di Maremma e quando vado a trovarlo mi da sempre dei barattolini belli pieni che io finisco velocemente perché mi piace il suo sapore e il suo meraviglioso profumo quindi lo abbino a diverse ricette. Sono abituata allo zafferano in stimmi, quello in polvere lo uso solo se devo colorare una pasta. Ho anche avuto il piacere di partecipare ad una raccolta dei fiori, sempre a casa di mio cugino, e al prelievo degli stimmi. Ho visto le api “ubriache”, camminare a zig zag perché la lunga permanenza nel fiore per raccogliere il polline le fa letteralmente ubriacare, è un odore molto forte e sembra che sia una sostanza con effetti evidenti sui neuroni. Sì ci sono vari studi, e la sostanza di cui sono fatti gli stimmi è classificata anche come droga dalla farmacopea mondiale, e a dosi alte può essere mortale. E’ risultata invece efficace, in dosi basse, per bloccare malattie incurabili, come la maculatura della retina, c’è uno studio fatto dall’Università dell’Aquila al Gemelli di Roma.
Se abbiamo la possibilità e ne abbiamo tanti usiamo i fiori privati degli stimmi per fare delle ottime confetture.
Ecco il pane della Cornovaglia, zafferano e uvetta.

 

 

Ingredienti per Pane della Cornovaglia, zafferano e uvetta

potete usare due stampi più piccoli o uno grande, 28×10 quello grande

  • 300 ml di latte,
  • 1/2 cucchiaino di pistilli di zafferano,
  • 400 g farina O,
  • 20 g lievito di birra, se si ha tempo si può ridurre il lievito a 10 allungando i tempi di lievitazione
  • 50 g mandorle tritate,
  • 1/2 cucchiaino di noce moscata grattugiata
  • 1/2 cucchiaino di cannella grattugiata,
  • 50 g zucchero di canna
  • 1/2 cucchiaino di sale
  • 75 g di burro morbido,
  • 100 g di uva sultanina

Imburrate lo stampo o gli stampi, mettete a scaldare metà latte e unite i pistilli di zafferano dove li lascerete per circa 30 minuti. Scaldate l’altro latte, appena tiepido e insieme a 50 grammi di farina metteteci il lievito a sciogliere. Mettete in una terrina, la farina, il sale, lo zucchero, le mandorle, le spezie, tutto a fontana  e versateci al centro il latte con lo zafferano, il latte con il lievito e il burro liquido, impastate fino ad avere un impasto morbido, rovesciate sulla spianatoia poco infarinata e lavoratelo per 5 minuti, deve diventare elastico, se manca la farina aggiungetela poca per volta, anzi infarinatevi le mani. La ricetta prevede una doppia lievitazione, io ho formato il pane e messo dentro agli stampi, fatto lievitare in forno con luce accesa per circa 90 minuti, una lievitazione perfetta.

Accendete il forno a 220°C, appena caldo infornate e dopo 10 minuti abbassate a 190°, teneteli altri 20/30 minuti, se si dovessero scurire troppo copriteli con alluminio. Passato questo tempo li ho tolti dagli stampi e lasciati un po’ sulla griglia abbassando la temperatura a 120° per farli asciugare un po’. Preparate una glassa, io con miele caldo, e passateli con il pennello, fateli freddare sulla griglia a forno spento.

 

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Questo articolo ha 14 commenti
  1. Tamara non conoscevo questo pane e mi sembra delizioso sopratutto con l’aggiunta dello zafferano. Questa è una di quelle ricette che scaldano il cuore sia mentre la si prepara sia mentre la si gusta. Mi pare quasi di sentirne il profumo!

    1. Qualche anno fa trovai un libro sul pane nel mondo, non era famoso, ma siccome aveva un buon prezzo lo comprai, dico la verità ho fatto tante di quelle ricette di pane da non credere, da quelli marocchini al pane di santa Lucia della Svezia, i pani indiani tutti, sono spiegati in modo semplice, a volte non serve il grande nome, grazie cara

    1. Grazie Alessandra, io lo conosco da un bel po’ di anni, come scrivo nel post, trovai questo libro in una Feltrinelli ed era pieno di bellissimi pani che negli anni ho rifatto, assaggialo vale la pena, è bello briochoso 😉

  2. Anche io non avevo mai sentito parlare di questo pane, ma sembra davvero una delizia. Ottima idea l’aggiunta dello zafferano. È molto interessante che, come spieghi, sia in parte come un savarin. Deve essere delizioso

    1. Sì l’impasto è simile a quello del savarin e quindi la consistenza e vagamente anche ilcsapore, coperto un po’ dalla presenza dello zafferano che, se è buono ha un ottimo profumo, grazie 😉

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