Conoscete l’erba portulaca? Ottima per le frittelle
Conoscete l’erba portulaca? Ottima per le frittelle. Porcacchia, erba porcellana, porcellana comune viene usata da tempo in cucina perché commestibile e ha un sapore fresco tanto che viene usata prevalentemente nelle insalata. In estate la portulaca si riempie di piccoli fiori gialli seguiti da tanti semi. Foglie e fusto carnosi tanto da essere scambiata per una pianta grassa ma non lo è. I suoi fiori vengono bottinati dalle api perché ricchi di nettare e polline. La portulaca viene considerata un’erba infestante ma è presente solo in alcune regioni, al nord solo in Liguria e Lombardia, poi in diverse regioni del centro, nelle isole maggiori Sardegna e Sicilia e al sud. Comunque non disdegna di crescere all’estero, in diversi paesi europei e anche oltre fino ad arrivare in Cina.
Sembra che fosse utilizzata nella medicina dell’antico Egitto come erba medicamentosa e coltivata durante il Medioevo nei Paesi Arabi e in tutto il bacino del Mediterraneo soprattutto in Spagna. E’ diuretica, depurativa e dissetante, inoltre cura tante altre cose ma non sono un medico quindi non le scriverò qui nel blog, mangiatela, vi farà bene.
Raccolta nei prati o coltivata viene utilizzata come erba aromatica nelle regioni mediterranee. Nella cultura medievale alla panta veniva attribuito un valore apotropaico, sembrava avesse il potere di tenere lontani gli spiriti. Dalle cucine del Re Sole al dimenticatoio, questo successe, e poi venne riscoperta. Ottimi i germogli e le foglie piccole e carnose, aciduline, adatte ad essere mangiate crude in insalata o usate per le minestre, si possono mettere sott’aceto o dentro alle frittate.
Nella cucina napoletana era un tempo raccolta insieme alla rucola da piante che crescevano spontaneamente, e venduta da ortolani ambulanti. Rucola e pucchiacchella costituivano un binomio quasi inscindibile tra gli ingredienti dell’insalata.
Nella cucina romana la portulaca, o porcacchia, appartiene a quel misto di varie verdure, domestiche e selvatiche, che sono consumate crude in insalata sotto il nome di misticanza o insalata di mescolanza. Anticamente questa misticanza la portavano a casa i frati passando a chiedere l’obolo alle famiglie: in Corsica, la portulaca viene tuttora chiamata “erba fratesca”.
Nella cucina siciliana, ‘a purciddana è usata per la preparazione di insalate, come l’Insalata ferragostana con pomodori, cetrioli, cipolle stemperate in olio aceto, e sale; oppure nell’insalata con verdure lesse, dove le foglie e i giovani germogli sono usati con patate bollite e cipolle al forno. Altro uso è quello di preparare piccola frittelle di Purciddana, in cui le cime della pianta – intinte in una pastella di acqua e farina – sono fritte singolarmente in olio ben caldo e poi servite come stuzzichini o antipasti. [1]
Ho fatto le frittelle inventandomele e ho calcola tutto a occhio quindi non vi aspettate i grammi
Conoscete l’erba portulaca? Ottima per le frittelle:
- 1 tazza da caffellatte (quelle grandi) piena di cimette, rametti e foglie tenere di portulaca)
- 4 patate lesse piccole
- 1 uovo
- 1 fetta di pane, solo la mollica
- erbette fresche, nepetella, origano e prezzemolo
- 1 cucchiaio di parmigiano e 1 di pecorino grattugiati
- 1 teglia da forno
- carta forno
- olio extravergine per spennellare
Prendete le cimette di portulaca, scartate le parti dure e lavatela molto bene, fatela lessare in acqua bollente per qualche minuto, appena possibile strizzatela, sminuzzatela con il coltello e mettetela in una ciotola. Unite tutti gli altri ingredienti, le patate lesse schiacciate con la forchetta, i formaggi, le erbette, la mollica di pane sbriciolata e l’uovo, girate con una forchetta per impastare tutto, aggiungete sale e pepe e fate riposare una mezzora per dare modo ai sapori di amalgamarsi.
Foderate la teglia che avete scelto con carta forno e spennellatela con olio extrvaergine. Riprendete l’impasto, mettete del pangrattato su un piatto, formate delle frittellone e passatele nel pangrattato.
Mettete le frittellone nella teglia e spennellatele con l’olio, infornate a 180/200° per 20/30 min., a metà giratele e spennellatele con l’olio anche da questa parte. Saranno pronte quando avranno preso un bel colore dorato.
Buone da sole o con una insalatina, con pomodori o altre verdure.
[1] Wikipedia