Valpolicella Ripasso per un ottimo risotto
Valpolicella Ripasso per un ottimo risotto per #ilclandelrisottodelvenerdi Connessione ristabilita dopo aver tempestato Vodafone di non so quante telefonate e 4 giorni di imprecazioni, e quindi posso pubblicare il mio risotto che avevo già annunciato sarebbe stato senza uva da vino e con il Valpolicella Ripasso.
Qui, nel Lazio vendemmiano sempre più tardi, almeno un mese dopo altre zone e il produttore dove compro l’uva da vino, che adoro, mi ha fatto sapere che ancora è presto. Le uve da vino sono saporite, e sono tutte diverse. Quando hai uva di merlot, cabernet, nebbiolo, montepulciano d’Abruzzo, la differenza la senti. Lo farò di nuovo appena arriveranno queste uve nere.
Oggi, come avevo già detto, ho fatto un risotto al Valpolicella Ripasso, un ottimo vino. Cosa vuol dire Ripasso?
Il metodo Ripasso è una pratica antica che consiste nel “ri-passare”, quindi “mettere in contatto”, il vino Valpolicella con le vinacce dell’Amarone o del Recioto, per circa 15-20 giorni, durante i quali avviene una seconda fermentazione alcolica.
Ho preparato un brodo vegetale molto leggero, volevo che il vino prevalesse, poi un leggero soffritto di scalogno e salvia tagliata finemente, parmigiano e burro.
Per la decorazione, uva nera da tavola infornata per 30 minuti a 180° e salvia resa croccante in forno e poi sbriciolata. Ottimo
Ingredienti per “Valpolicella Ripasso per un ottimo risotto”: per #ilclandelrisottodelvenerdi
- 280 g di riso carnaroli “Riso anno mille, Oasi neorurale Cassinazza Pavia”
- 1 scalogno tagliato finemente insieme a due foglie di salvia
- 4 cucchiai di olio Nocellara del Belice
- 350 ml di Valpolicella
- 1 l di brodo vegetale
- 50 g di parmigiano reggiano invecchiato
- 30 g di burro freddo
Ho messo l’olio in una padella con lo scalogno e la salvia e li ho fatti rosolare dolcemente, ho aggiunto il riso e l’ho fatto tostare a lungo con fiamma alta, i chicchi devono essere lucidi e quando hanno cominciato a cambiare colore ho aggiunto ¾ del vino e ho fatto sfumare.
Quando il vino ha perso l’alcol ho cominciato ad aggiungere il brodo e portato a cottura.
Cinque minuti prima ho alzato la fiamma e aggiunto il restante vino, una volta sfumato l’alcol ho unito il parmigiano e dopo a fiamma spenta il burro per mantecare, se siete bravi usate il braccio per mandare avanti e indietro la padella, io non sono capace quindi uso il mestolo.
Ho impiattato e messo la decorazione, l’uva nera da tavola infornata, molto bella e il suo succo l’ho versato sul risotto, infine la salvia croccante sbriciolata.
Un buon risotto, da rifare con l’uva da vino.