Pavlova ai frutti di bosco
Avrei voluto impegnarmi di più in questa tappa ma non sono riuscita a trovare il tempo, troppo lavoro mi porta a fare delle scelte che spesso non mi piacciono ma a qualcosa devo rinunciare e avevo pensato di non partecipare più poi mi sono ricodata della pavlova che anche se usata e riusata ha il suo fascino e vi lascio questa.
La Pavlova. La mia Pavlova ai frutti di bosco. Bella, di grande effetto, si presenta sontuosa, regale, altezzosa, ma non è solo bella, appena la metti in bocca squillano i ricettori del gusto, si scioglie, è un dolce ottimo e non poteva essere diverso visto che fu inventato per una ballerina, Anna Pavlova appunto.
La Pavlova nasce nel 1935 a Perth, in Australia, in onore della ballerina Anna Pavlova. Ancora oggi l’Australia e la Nuova Zelanda si contendono il dolce. La base è sempre uguale meringa con sopra panna, crema pasticcera, frutta fresca a volontà. E’ un dolce delicatissimo, bello da vedere, molto scenico e molto buono. La mia Pavlova ai frutti di bosco nasce dalla mia fantasia.
Consiglio di fare delle piccole pavlovine, monoporzioni per evitare che tagliandola si rompa. In giro tutti scrivono “ricetta originale” ma in realtà sono tutte simili, anzi tutte uguali si differenziano solo le coperture e poi nessuno sa davvero quale fu la ricetta che il pasticcere dedicò alla ballerina.
Ingredienti per una Pavlova ai frutti di bosco di circa 24 cm:
- 200 grammi di albumi di qualche giorno
- 200 grammi di zucchero semolato
- 200 grammi di zucchero a velo
- 1 cucchiaio di aceto bianco, o succo di limone – io un cucchiaio di limone
- 1 cucchiaio di amido di mais – io 1 grammo di agar-agar e 1 cucchiaio di farina di riso
- 250 ml di panna fresca da montare
Quello che serve è un addensante, una cosa che tenga gli albumi una volta entrati in forno.
Mettete gli albumi nella planetaria dopo averli tenuti fuori dal frigorifero e cominciate a montarli, dopo che avranno perso tensione, e vedrete la schiumetta, cominciate ad aggiungere lo zucchero semolato, e dopo, sempre montando lo zucchero a velo. Quando gli albumi saranno belli duri e molto lucidi saranno pronti. A questo punto aggiungete a mano, con una spatola, il cucchiaio di limone, e l’amido di mais (io l’agar-agar e la farina di riso), molto lentamente per evitare di smontare gli albumi.
Mettete gli albumi dentro a un sac a poche, disegnate un cerchio di circa 24 cm di diametro su una teglia rivestita di carta forno e spremete la meringa, prima un giro completo riempite tutti gli spazi e poi spremete la meringa solo ai lati del cerchio, in modo che diventi quasi un nido, dove metterete la panna e la frutta che deciderete.
Quando la meringa sarà finita (se vi avanza fateci delle meringhe, o sulla carta forno oppure dentro a dei piccoli contenitori di carta da muffin, io ne ho fatte molte e le ho disposte nella teglia a lato della meringona. Mettete la teglia in forno a 80° e tenetela per circa 3 ore, se il forno aumenta troppo il calore, aprite lo sportello e tenetelo a fessura. La meringa deve rimanere bianca, se trovate in giro ricette che dicono (e ci sono) che va cotta a 180/200 gradi non è vero, la meringa diventa marrone a quelle temperature, e non deve cuocere, si vede asciugare e si asciuga in quel modo. Fatela sempre il giorno prima.
Quando è il momento di decorarla, montate della panna fresca (crema di latte) senza zucchero e mettetela dentro ad un sac a poche, spremetela nel nido di meringa come da fotografia e poi io ho messo i frutti di bosco, ma si può mettere qualunque tipo di frutta. Consumatela al massimo il giorno dopo, ma è un consiglio inutile il mio, perché finirà subito.
non l’ho mai fatta, ma l’hai spiegata talmente bene, che se non ci riesco sono proprio un’asina!
bravissima come sempre…
scappo perchè altrimenti entro nel monitor e te la rubo!
bacio
Tiziana tu sei bravissima, fai delle cose che mi lasciano sbigottita, io quello che fai tu non riuscirei per mancanza di pazienza…magari altre cose mi vengono bene, una di queste è spiegare le ricette, chissà perché? un abbraccio
Davvero invitante Tami. La proverò presto!
E’ talmente bella che sembra un’opera d’arte! O lo è??? Un abbraccio!
lo è? ma boh…tu che dici? io penso che la cucina sia arte per cui…
Non amo in assoluto i dolci così ricchi, ma davanti a questa non posso che fermarmi a leggere per capire. Uno spettacolo! Ti garantisco che avendola dott il naso l’avrei anche assaggiata ;-).
Un bacio
Ciao Lalla, neppure io amo i dolci ricchi e ridondanti di zucchero o creme al burro, ma la Pavlova è un’altra cosa, sono solo due ingredienti sapientemente lavorati, una enorme meringa e il segreto è proprio quello la meringa deve essere perfetta, cotta e bianca…la panna e la frutta fresca, se lo assaggi ti garantisco che lo mangi…
Tamara è stupenda!!! Yum 😉
Bellissima, e sulla temperatura hai ragione, quando ho fatto le meringhe la temperatura era molto bassa per farle solo asciugare. Ottima la tua pavlova.;-)
diosanto che roba che vedo!!! Grazie cara per il tuo goduriosissimo contributo!!!! Un bacio (e una leccata allo schermo!) :DDD