Omelette non chiamatela frittata…
Omelette non chiamatela frittata… Oggi è la giornata nazionale dell’uovo e noi vogliamo proporvelo nella sua veste più semplice e più elegante, dove dimostra tutta la sua genialità in un gioco di temperature e consistenze: l’Omelette, una delle basi della cucina francese.
Abbiamo pensato di preparare questo post a 4 mani con Anna Maria del blog Pane e vino, è stata una bella esperienza servita ad entrambe. Anna ha scritto la parte storica delle omelette ed io ricetta e foto e il risultato, non spetterbebe a me dirlo, però mi sembra più che dignitoso, direi ottimo.
La cucina francese è caratterizzata dall’estrema varietà delle sue proposte ed è rinomata sia per la cosiddetta haute couisine, “alta cucina”, che per la sua cucina regionale. Da sempre è considerata come una delle cucine più raffinate ed eleganti. Non a caso molti tra i migliori cuochi a livello mondiale sono stati e sono francesi, dei veri maestri che hanno influenzato la cucina occidentale.
Omelette: non si sa esattamente da dove provenga il suo nome. Probabilmente risale agli antichi romani, che cuocevano le uova con del miele su una lastra infuocata di ardesia e le chiamavano ova mellita. Ma esiste anche una storiella che narra di un re che un giorno si trovava in campagna e che, colto dalla fame, chiese ad un contadino qualcosa da mangiare. L’uomo scaldò del grasso in una padella e unì delle uova sbattute, cuocendole poco. “Quel homme leste!” (che uomo veloce) esclamò il re affamato. Era nata la parola omelette.
Anche se oggi la gastronomia e la società si stanno orientando verso nuovi modelli culinari, l’omelette rimane e rimarrà sempre un piatto di riferimento per la gastronomia mondiale, un piatto che è stato capace di attraversare storia, frontiere e continenti mantenendo sempre quel suo fascino riconoscibile ovunque. In cucina ci sono alcuni piatti che si realizzano con ingredienti semplici, ma che richiedono tecnica, conoscenza e il rispetto di alcune regole per la loro preparazione. L’omelette fa sicuramente parte di queste preparazioni. Può essere dolce, salata, farcita, ma il suo ingrediente principale è l’uovo.
Sembra facile da fare, ma una buona omelette francese deve essere soffice, leggermente gonfia, di forma ovale e di colore dorato con un interno cremoso e morbido. L’uovo non deve essere cotto del tutto, ma rimanere molto morbido. Si prepara in meno di due minuti e quindi è ideale per un pasto veloce, ma incredibilmente chic.
Per renderla più saporita, tradizionalmente alle uova si aggiungono prosciutto e formaggio, ma si presta benissimo anche ad essere farcita con molti altri ingredienti. Con un pizzico di fantasia, si possono inventare tanti e sempre nuovi abbinamenti, unendo alle uova zucchine, carciofi, cipolle, asparagi, pomodorini, funghi e tanto altro.
Ingredienti per “Omelette non chiamatela frittata…”:
Una omelette per 2 persone
- 4 uova bio o del contadino
- 1 cucciaio di panna fresca
- sale e pepe q.b.
- 1 ciuffo di prezzemolo lavato, asciugato e tritato da mettere nelle uova sbattute
- 25 g di burro
per farcire l’omelette
- 3 carciofi puliti, privati delle foglie esterne e dell’eventuale barba interna
- 2 grossi cicchiai di ricotta di pecora
- 2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
- 1 bel ciuffo di prezzemolo fresco per presentare il piatto
- sale e pepe q.b. per i carciofi
- 1 padella da 18 cm
Cuocete i carciofi a spicchi o a fettine in una padella con l’olio e qualche cucchiaio di acqua, quando saranno morbidi frullateli con il minipimer aiutandovi con l’acqua di cottura o poco olio, non frullateli proprio a crema lasciateli con qualche pezzetto un po’ grosso, aggiustateli di sale e pepe e metteteli da parte.
Adesso prepariamo la nostra omelette. Rompete le uova in un piatto e sbattetele solo per amalgamarle senza montarle, mettete il burro nella padella e fatelo scioglier e colorare, quindi aggiungete le uova, dopo che si sarà rappreso il primo strato giratele con la forchetta e poi fatele cuocere mandando sempre l’uovo crudo sotto a quello cotto, quasi a fine cottura (ma l’uovo deve rimanere sempre un po’ crudo, battete sul manico della padella per mandare l’omelette tutta da una parte e ricoprite la metà con la crema di carciofi e sopra la ricotta, ricoprite bene con l’altra metà e servite immediatamente. L’omelette sarà bella gonfia, morbida e umida, è stato un piacere mangiarla.
Quando vedo un’omelette non posso fare a meno di ricordare quella che mangiai da La Mére Poulard a Mont Saint Michel. Una montatura da favola fatta a mano e cottura in piatti di ferro sul fuoco di un enorme camino. Favolosa.
Anche la tua dall’aspetto e dagli ingredienti sembra fantastica. Complimenti
Pagherei per essere a Mont Saint Michel Gianni, comunque è montata a mano e ti giuro che l’umidità e la sofficità mi hanno conquistata, è venuta proprio bene, ogni tanto le faccio perché mi piacciono, certo un camino e piatti di ferro non c’è confronto…grazie
Credo che l’omelette de La Mére Poulard sia un ricordo che condividiamo un po’ tutti, quanto meno noi che siamo intorno ai quegli anni… oggi vanno da Starbuck’s, per dire…
E’ proprio vero che un’omelette coome il faut non è per nulla facile, ma la tua direi che è perfetta!
Non è facile ma una volta fatta la prima ci si riesce, basta che non si pensi ad una frittata e poi è buona buona 😉
Un lavoro a quattro mani perfetto. E la tua omelette sembra…umana.
Katia grazie cara, era molto buona, morbida, soffice e umida al punto giusto, io adoro le omelette e ogni tanto e faccio, basta non considerarle delle frittate 😉
Siete state bravissime, avete fatto un ottimo lavoro.
L’omelette mi piace moltissimo. Complimenti per le fotografie 🙂
Grazie Camilla, è sempre un piacere lavorare in coppia anche se da lontano, pensa io ho fatto il mio primo panettone con una blogger dal Giappone e una dalla Grecia, eravamo noi 3 e i nostri panettoni, ci siamo divertite e abbiamo tirato fuori dei panettoni splendidi, questo dovrebbe essere la cucina 😉
Complimenti per questo lavoro a 4 mani: siete state due pioniere e speriamo che possiate ripetere l’esperimento,visti i risultati. Frittate e omelette sono la mia bestia nera e mentre le prime non mi vengono per niente (cosi mi metto il cuore in pace,senza tanti giri di parole) le seconde mi vengono male. Ma questo post mi sta invogliando a riprovarci, anche grazie a questo ripieno straordinario. E le foto, come sempre,parlano da sole. E dicono pure “mangiami”,fra le altre cose.. complimenti ancora!
Grazie Alessandra, sì è stato piacevole lavorare insieme anche se per poco, io feci il panettone anni fa in contemporanea con Giappone eGrecia, ci divertimmo tantissimo…a me invece vengono bene le frittate e con un gran culo anche le omelette non so come mai, la prima la feci per il lancio del libro della Stewart in Italia, seguii i suoi consigli e venne bene e ho continuato…l’ho riempita un po’ troppo ma tu sapessi che bontà e che sofficità, da rifare