Focaccia Locatelli, alta e soffice, un sapore diverso
Focaccia Locatelli, alta e soffice, un sapore diverso. Ho scelto di rifare la focaccia Locatelli, dal blog di Alessandra, perché mi piace la focaccia alta e poi le sue ricette vengono sempre bene, sono garantite, e i suoi post da leggere. La focaccia Locatelli è un lievitato senza impasto come il famoso pane no knead-bread di Jim Lahey, quello che ha rivoluzionato un po’ il modo di fare il pane, qualche grammo di lievito un veloce impasto e lunga lievitazione. La focaccia è da provare, a me è piaciuta molto.
Tanti anni fa, quando ero ancora una giovincella e da poco arrivata a Roma, lavoravo nel centro storico, un centro molto diverso da quello che si vede oggi. All’epoca, parlo del 1970 era pieno di piccoli negozi di artigiani, le mercerie dove trovavi di tutto; i negozi di tessuti di via dei Funari, dove si andava dallo scampoletto a mille lire fino alle pezze delle seterie di Como. Le macellerie, ce n’era una in piazza Margana tutta di marmo bianco che poi è diventata in famoso ristorante aperta negli anni 20; le frutterie più care dei goiellieri, ma ti preparavano quello che volevi; i piccoli alimentari, negozi che stavano lì da tanti anni e poi chiusi per affitti eccessivamente alti. Nella piazza ce n’era uno che smerigliava il vetro e aveva una vetrina piena di vecchi bicchieri e bottiglie d’altri tempi, e quanta roba ho comprato da lui.
Tanti anni fa, quando ero ancora una giovincella e da poco arrivata a Roma, lavoravo nel centro storico, un centro molto diverso da quello che si vede oggi. All’epoca, parlo del 1970 era pieno di piccoli negozi di artigiani, le mercerie dove trovavi di tutto; i negozi di tessuti di via dei Funari, dove si andava dallo scampoletto a mille lire fino alle pezze delle seterie di Como. Le macellerie, ce n’era una in piazza Margana tutta di marmo bianco che poi è diventata in famoso ristorante aperta negli anni 20; le frutterie più care dei goiellieri, ma ti preparavano quello che volevi; i piccoli alimentari, negozi che stavano lì da tanti anni e poi chiusi per affitti eccessivamente alti. Nella piazza ce n’era uno che smerigliava il vetro e aveva una vetrina piena di vecchi bicchieri e bottiglie d’altri tempi, e quanta roba ho comprato da lui.

All’epoca non facevo la foodblogger, termine ancora non coniato per fortuna, però cucinavo; e le mie cene erano famose nell’ambiente, e molto ben frequentate. Di lì a poco anche in Italia i pc videro l’alba ed io fui una delle prime ad averne uno, ma ancora non c’era la rete, lavoravano da soli erano delle bellissime macchine da scrivere, è vero che per chi doveva scrivere molto erano certamente meglio delle macchine da scrivere; la rete arrivò presto.
In piazza Margana c’era anche l’antiquario vicino al ristorante “Angelino…” e poi il famoso Bar Blabla dove passare momenti simpatici con gente che conoscevi bene; quindi il meccanico e il carrozziere di fiducia. Insomma era tutto lì, un piccolo quartiere tutto dentro e intorno alla piazza , sì quel gioiello di una Roma che non c’è più era un piccolo paese abitato per lo più da gente che lavorava lì e lo animava. Piazza Margana era ed è un set cinematografico, quanti film hanno girato in quella bomboniera. Avevo diversi amici che abitavano in quelle case che si affacciavano sulla piazzetta e si arrampicavano su per i tetti, una appoggiata all’altra e quando entrai ti sembrava di entrare nel set di “Vacanze romane”.
Fra tutti quei negozi c’era un alimentari che vendeva la pizza alta che all’epoca pensavamo fosse quella genovene, adesso ho saputo che era la Locatelli, insomma era quella alta, soffice e buonissima e io all’epoca ero sempre qualche chilo sotto il mio peso e potevo mangiarne tanta e ne mangiavo tanta.
Fra tutti quei negozi c’era un alimentari che vendeva la pizza alta che all’epoca pensavamo fosse quella genovene, adesso ho saputo che era la Locatelli, insomma era quella alta, soffice e buonissima e io all’epoca ero sempre qualche chilo sotto il mio peso e potevo mangiarne tanta e ne mangiavo tanta.
Ingredienti per “Focaccia Locatelli, alta e soffice, un sapore diverso”:
Lei consiglia uno stampo rotondo con 30 cm di diametro, io ne ho usato uno rettangolare di 20×25, comunque può venire più alta o più bassa
- 250 g di farina 00
- 250 g di Manitoba
- 5 g di lievito di birra secco
- 320 ml di acqua
- 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
- 10 g di sale
per la salamoia
- 65 ml di acqua
- 65 ml di olio extravergine di oliva
- 25 g di sale grosso – io sale in fiocchi di Maldon
Versate le farine setacciate in una ciotola con il lievito e, a poco a poco, l’acqua, incorporandola con un cucchiaio. A metà della lavorazione, aggiungete il sale e proseguite, lavorando il meno possibile e mai con le mani. Quando avrete incorporato tutta l’acqua, aggiungete l’olio e poi lasciate riposare, coperto con un canovaccio, per 10 minuti. Trascorso questo tempo, versate il composto in una teglia unta con un cucchiaio di olio (preso dai 65 ml della quantità prevista per la salamoia) e lasciate riposare per altri 10 minuti. Stendetelo poi con le nocche delle dita, delicatamente, in modo che rivesta completamente il fondo dello stampo e lasciate riposare per mezz’ora. Trascorso questo temp, fate i buchi sulla superficie con le nocche, spargete sopra il sale grosso e poi la miscela di acqua e olio. Infornate a 220°C per 20-25 minuti: quando è dorata, è pronta.
Copiato dal blog di Alessandra, lo trovate qui
Bellissime queste focaccie, devono essere anche squisite….
Quasi quasi provo a farle
Daniela
Ciao Daniela, è ottima provala e fammi sapere 🙂