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Flan di cardi

Flan Di Cardi

Flan di cardi. Una delle mie verdure invernali preferite è il cardo, somiglia al carciofo come sapore ma visivamente è più un sedano. Non è facile da pulire bisogna avere molta pazienza ed essere capaci, sfilare ogni gambo alla perfezione altrimenti quei fili ce li ritroviamo in bocca, inoltre ha bisogno di una lunga cottura in abbondante acqua. Il cardo appartiene alla famiglia dei carciofi (cinaria cardunculus) e dei carciofi ha lo stesso amaro.

flan di cardi

 

E’ difficile da coltivare, infatti per limitare l’amaro i cardi andrebbero interrati e coperti con la paglia e piegati da qui il famoso cardo-gobbo, bianco e tenerissimo al punto da poterlo mangiare crudo. Purtroppo il cardo-gobbo vero si trova difficilmente,  famoso quello di Nizza Monferrato e in alcune zone della Toscana. Mio nonno e poi mia mamma mi hanno spiegato, diciamo un po’ di anni fa che ai cardi va tolta la terra da una parte, piegati, e coperti con la paglia, così in assenza di luce assumeranno una colorazione pallida diventando teneri, il freddo poi completerà l’opera, facendoli diventare una di quelle verdure amate solo dai veri intenditori.
I gambi devono essere bianchi e compatti senza tracce di verde altrimenti saranno duri, le foglie devono essere molto strette, ben accostate, se tendono ad aprirsi vuol dire che non sono freschi. I cardi bianchi si possono mangiare anche crudi, conditi anche con  l’aggiunta di parti grasse, salse per esempio, hanno poche calorie e saziano molto.

 

flan di cardi

Poi ci sono i carduccini, conosciuti da pochi, da noi in Toscana, almeno in maremma sono molto apprezzati, ma anche nel Lazio…ricordo che fuori dal mercato coperto di via Catania, molti anni fa c’era una “vignarola” (i vignaroli a Roma sono i contadini che vengono al mercato con i prodotti dei loro campi per venderli) una signora che sembrava uscita da quelle cartoline con le donne in costume regionale, una grande gonna increspata e lunga fino ai piedi con sopra un grembiule a fiori, dei capelli raccolti con delle lunghe trecce arrotolate sulla testa e intorno a lei delle grandi ceste stracolme di erbe di tutti i tipi e tante chiocciole, (una volta ho comprato tutte le chiocciole che aveva per poi liberarle nei giardini pubblici). Fu lei a spiegarmi che una delle minestre dell’alto Lazio era fatta con i carducci, purtroppo non ricordo né il nome, né gli ingredienti.

Flan di cardi

Il Flan di cardi l’ho adagiato su una fonduta di scamorza di pasta di caciocavallo* del caseificio Di Nucci di Agnone in provincia di Isernia. Ho conosciuto il proprietario del caseificio, il Signor Di Nucci che mi ha raccontato la storia della sua famiglia e del caseificio.

La famiglia Di Nucci, originaria di Capracotta che è il più alto comune montano dell’Italia appenninica, produce i formaggi tipici della civiltà della transumanza dal 1600. A partire da Leonardo Di Nucci, dieci generazioni si sono succedute di padre in figlio nella produzione di formaggi a pasta filata.

A metà del 1900 Antonio e Ida Di Nucci si sono trasferiti nella vicina Agnone, sempre nel cuore del Molise appenninico. Qui la famiglia ha strutturato la definitiva caratteristica aziendale improntata sull’antica arte casearia. Oggi, in una nuova sede che rispetta tutti gli standard delle normative europee, il Caseificio Di Nucci è un’affermata azienda abruzzese-molisana che rifornisce alcune delle migliori gastronomie nazionali ed estere.

cardi

A Roma, il 10 maggio 2004, l’Unione Nazionale delle Camere di Commercio ha conferito al Caseificio Di Nucci il 1° Premio Nazionale per l’Azienda Longeva e di Successo. Ad Appenzell (Svizzera), il 30 ottobre 2004, alle “Olimpiadi dei Formaggi di Montagna” il prodotto del Caseificio Di Nucci di Agnone, conquistando il bronzo nella categoria generale dei formaggi, è risultato il miglior caciocavallo del mondo.

I loro prodotti: il Caciocavallo, la Scamorza di pasta di caciocavallo, la Scamorza morbida, il Formaggio di vacca, la Stracciata, la Manteca-Burrino, la Ricotta, e la Ricotta salata, tutti ottimi, ne ho assaggiati alcuni.

Per maggiori dettagli, visitate il sito: www.caseificiodinucci.it

* La Scamorza di pasta di caciocavallo, un nobile formaggio dal sapore intenso e odoroso del pascolo montano, ricavato dalla più soffice pasta del caciocavallo. È ottima anche se cucinata arrosto, alla griglia o al forno.

Flan di cardi

Ingredienti per 4 flan di cardi:

  • un cardo intero
  • 1 limone
  • 150 g di parmigiano
  • 50 g di burro
  • 3 uova
  • sale e pepe q.b.
  • noce moscata
  • panna di soia una confezione
  • scamorza di pasta di caciocavallo del caseificio Di Nucci

FLAN DI CARDI

Pulite i cardi sfilandoli per tutta la loro lunghezza, tagliateli a pezzi e metteteli a bagno in acqua acidulata con il limone, lavateli e poi metteteli a cuocere nella pentola a pressione, un’ora andrà benissimo. Fateli scolare bene e poi tagliateli a pezzetti piccolissimi, aiutatevi con la mannaia, meglio non usare il frullatore, la mannaia andrà benissimo. Strizzateli un po’ e poi aggiungete le uova, il parmigiano, il sale e il pepe, amalgamate il composto. Montate gli albumi a neve e uniteli all’impasto di cardi, imburrate gli stampi e mettete in forno a bagnomaria, riempite gli stampi per 3/4, mettete in ogni stampo un fiocchetto di burro, portate il forno su ventilato a 160° per 20 minuti.

Prepararete la fonduta mettendo la scamorza a fondere aggiungendo la panna di soia il sale e il pepe e la noce moscata, mettete la fonduta nei piatti e sopra i flan appena usciti dal forno.

FLAN DI CARDI 2

Questo articolo ha 9 commenti
  1. Ciao Tamara, bella questa ricetta e…quante informazioni ci hai dato! 🙂
    Anche io ho fatto una ricetta a base di cardi proprio in questi giorni…una verdura di altri tempi, oggi negletta e proprio per questo a me cara.
    Buona domenica,
    Alice

    1. Sì Alice ho il vizio di scrivere un po’ troppo però mi piace cercare di dare più infomrazioni possibili, io le vado sempre a cercare, li faccio anche gratinati, le polpette, fritti…sono tanti i modi…ciao cara

  2. Anche qui da noi in Piemonte si mangia il flan con la fonduta, che nella mia zona e’ fatta con Raschera DOP, oppure si ripassano i cardi in padella e si servono con la bagna cauda.
    Qualunque sia il modo, sono davvero buoni come dici tu!
    Il cardo gobbo di Nizza Monferrato probabilmente nella zona di Roma lo si trova solo da Eataly, ma non so se in Toscana l’Eataly di Firenze lo abbia.
    Peccato, perche’ e’ davvero delizioso.
    Mi hai fatto venir voglia di prepararli, anche perche’ ho la ricetta dei cardi con bagna cauda che e sepolta tra i primordi del blog, e andrebbe rifatta la foto che e’ a dir poco vergognosa (ma e’ cosi’ un po’ per tutti, all’inizio)
    Andro’ a far la spesa.
    🙂

    1. Silvia cara ciao i cardi normali e i carduccini quelli piccoli si trovano facilmente, ogni tanto anche il cardo-gobbo, li adoro, sono lunghi da pulire e preparare ma sono troppo buoni, baci

  3. Ciao Tamara! Bella ricetta. ho sentito il profumo. delle cose buone e dei miei ricordi del Natale in toscana e della nonna che aveva sempre i cardi da cucinare, in un modo o nell’altro. Spesso qui a roma ci dimentichiamo di quanto siano speciali. un abbraccio grande grande :-)))

    1. Giovanna ciao, è vero perché i cardi si fanno di solito intorno a Natale perché dopo il gelo sono più buoni…a Roma nei mercati te li puliscono anche, sono bravi, un abbraccio carissima

  4. Il cardo è tra gli ortaggi invernali che mi piacciono di più. Quando li trovo al mercato, li compro sempre. Mi piace molto la parmigiana di cardi.
    Il tuo flan deve essere ottimo.

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