Etichettatura del pesce: nome, produzione, cattura, per noi FAO 37. Oggi niente ricette, cioè niente ricette per come siamo abituati, ma una ricetta importante: impariamo a conoscere il mare e quello che ci sta dentro, quello che ci vendono, quello che mangiamo. Quando andiamo in pescheria non facciamo decidere a loro, decidiamo noi, facciamo una scelta consapevole. Non so se questo post vi aiuterà, io ho imparato molte cose, Sono qui per qualsiasi domanda. Ricordatevi Fao 37, significa che il pesce che stiamo per comprare viene dal Mediterraneo e accanto ci deve essere scritto, pescato, allevamento o congelato, è obbligatorio.
Fao è l’Organizzazione internazionale che si occupa dei problemi dell’alimentazione e dell’agricoltura nel mondo, e ovviamente è proprio la Fao ad occuparsi di pesca.
Nell’aprile del 2002, è entrato in vigore il decreto ministeriale che fissa i criteri per il regolamento sull’etichettatura dei prodotti ittici.
Questo provvedimento prevede, per tutti i prodotti ittici in commercio, una specifica etichetta, che deve riportare le seguenti informazioni:
. denominazione commerciale della specie;
· denominazione scientifica della specie (facoltativa);
· metodo di produzione, come la cattura in mare o in acque interne, oppure l’allevamento;
· zona di cattura;
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dal web |
Il metodo di produzione.
Indica se il pesce proviene da allevamenti o se è stato catturato.
L’indicazione prevede tre opzioni:
· pescato
· pescato in acque dolci
· allevato
La zona di cattura.
Con questo si individua il luogo d’allevamento o di cattura, sia che si tratti di pesci nostrani sia che provengano da Stati dell’Unione Europea o da Paesi extracomunitari.
A. Per i prodotti pescati in mare:
Zona FAO n. 21 Oceano Atlantico nord-occidentale
Zona FAO n. 27 IIId Atlantico nord-orientale (escluso Mar Baltico)
Zona FAO n. 27.IIId Mar Baltico
Zona FAO n. 31 Oceano Atlantico centro-occidentale
Zona FAO n. 34 Oceano Atlantico centro-orientale
Zona FAO n. 41 Oceano Atlantico sud-occidentale
Zona FAO n. 47 Oceano Atlantico sud-orientale
Zone FAO nn. 37.1, 37.2 e 37.3 Mar Mediterraneo
Zona FAO n. 37.4 Mar Nero
Zone FAO nn. 51 e 57 Oceano Indiano
Zone FAO nn. 61, 67, 71, 77, 81 e 87 Oceano Pacifico
Zone FAO nn. 48, 58 e 88 Oceano Antartico
N.B.: È facoltà del venditore indicare una zona di cattura più dettagliata (ad esempio, nella Zona FAO n. 37, Mar Adriatico).
B. Per i prodotti pescati in acque dolci:
Nome del Paese membro o del Paese terzo di origine
C. Per i prodotti di allevamento:
Nome del Paese membro o Paese terzo/più Paesi membri o Paesi terzi.
Il campo di applicazione.
Il decreto sull’etichettatura dei prodotti ittici si applica a pesci, crostacei e molluschi, che siano vivi, freschi, refrigerati, congelati, surgelati, decapitati, sgusciati, tagliati in pezzi o in filetti oppure triturati, secchi, salati, in salamoia, affumicati, anche preventivamente precotti, in polvere, in farina o in pellets, purché atti all’alimentazione umana.
I controlli
Gli operatori della filiera sono tenuti ad assicurare la tracciabilità del prodotto ittico, mentre il ruolo delle autorità è quello di controllare che ad ogni passaggio della commercializzazione le informazioni relative alla denominazione commerciale, al metodo di produzione e alla zona di cattura siano disponibili.
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cartina presa dalla rete da zeronuke.com |
Il pesce d’acquacoltura
Esistono diverse tipologie di allevamento ittico, che possiamo suddividere in tre categorie:
allevamento intensivo, semiestensivo ed estensivo.
· Nell’allevamento intensivo i pesci vivono in vasche di acqua dolce, salata o salmastra, e sono alimentati esclusivamente con mangimi artificiali, secondo diete specificamente formulate per ogni singola specie.
La maricoltura è invece un particolare tipo di allevamento intensivo in cui i pesci sono posti in grosse gabbie galleggianti o sommerse in mare aperto.
Nell’allevamento estensivo (vallicoltura) il pesce viene seminato allo stato giovanile in lagune o stagni costieri, e si nutre in maniera naturale, sfruttando le risorse dell’ambiente. (vedi Laguna di Orbetello)
L’allevamento semiestensivo è una forma di acquacoltura intermedia, in cui i pesci hanno una dieta ibrida, che vede una base di alimentazione naturale integrata con mangimi artificiali.
La qualità del pesce d’acquacoltura
Il pesce da acquacoltura ha in genere lo stesso valore nutrizionale del pescato, sebbene nel caso dell’allevamento intensivo il contenuto in grassi può essere più elevato. Si tratta però di grassi che – come nel pescato – sono particolarmente ricchi di composti polinsaturi e di Omega 3. La possibilità di prelevare il prodotto secondo le quantità richieste dal mercato offre inoltre il vantaggio di ridurre notevolmente l’invenduto, garantendo in qualche modo una freschezza costante.
Lo svantaggio, naturalmente, è quello della qualità: le caratteristiche organolettiche del pescato sono in genere superiori. Il pesce allevato in maniera estensiva, tuttavia, rappresenta spesso un buon compromesso tra qualità e prezzo.
I mangimi con cui viene alimentato il pesce d’acquacoltura sono composti di materie prime che la normativa vuole scelte con particolare attenzione all’ecocompatibilità ed alla digeribilità da parte delle specie ittiche cui sono destinati. Essi sono principalmente composti di farina e olio di pesce (dal 50
all’80%) derivati da pesce fresco di basso valore commerciale. La frazione rimanente è composta da proteine vegetali – in gran parte farine di soia – e da amidi derivati dal frumento usati come leganti. Le farine di carne sono invece da tempo escluse per legge anche da questo tipo di formulazioni.
I controlli
I controlli sugli allevamenti e sui mangimi sono di competenza delle Asl, che – grazie anche al numero di impianti relativamente modesto (circa un migliaio su tutto il territorio nazionale) – effettuano periodicamente prelievi ed analisi.
Fonte Adiconsum:
Viale degli Ammiragli, 91 – Roma 00136 – Tel +39 06 4417021 – Fax +39 06 44170230
www.adiconsum.it – e-mail: comunicazioni@adiconsum.it – C.F. 96107650580
Ecco. bellissimo post. mi ero persa questa etichettatura, penso che farò una ricerca mi informerò meglio ed anche io scriverò un post del genere.
Queste informazioni sono alla base di una buona cultura alimentare. GRAZIE!!
Un post utile e importante. Grazie.
che post interessante e pieno di informazioni importanti, grazie Tam!Lo condivido subito!
Interessante, decisamente.
D’ora in poi terrò a mente i tuoi preziosi consigli…
Un bacione grande
Un contributo importante, cara Tamara, per la saute di tutti noi in questo post chiaro e completo.
Sto girovagando per i blog amici e ,per quelli iscritti a net parade, mi fa piacere dare il mio contributo con il voto e il GIUDIZIO…e riceverlo, naturalmente!
Un modo per condividere la passione per la rete. A presto:)
Marilena
Bellissimo e interessantissimo post! Una cosa però mi sfugge: quale sarebbe la fao migliore da dove dovrebbe provenire il pesce da acquistare? È consigliabile comprare solo quello del Mediterraneo (37.1, 37.2, 37.3)? O anche altre provenienze sono sicure?
Ciao Veronica, è un piacere vedere che ancora certi post riescano ad interessare qualcuno, io cerco di comprare senpre Fao37, e possibilmente Tirreno, è un mare con acque più profonde e più correnti di 37.2, per le vongole assolutamente, quelle dell’Adriatico non mi piacciono, quando le troviamo compriamo quelle che vengono dalla Sardegna. Come cerco di acquistare pesci fuori pezzatura, piccoli e non le solite spigole di allevamento o orate, meglio le ombrine, o il sarago, le acciughe e i naselli non troppo grossi. I pesci piccoli hanno meno mercurio e se ci sono bambini meglio comprare i piccoli. Non voglio dire che il pesce del mare del nord non sia buono, però se posso scegliere preferisco un pesce del Tirreno, la pezzogna, stupendo in tutti i modi, e poi i pesci azzurri che ne abbiamo in abbondanza. Mi raccomando per le alici che non vengono abbattute. Se hai bisogno di ricette trovi tutto e se hai voglia di chiacchiere e consigli ho anche il mio gruppo di cucina su Fb “Chiacchiere in cucina” era il gruppo che aveva aperto Repubblica cucina e quando ha chiuso, l’ho preso io che facevo parte della cucina di D. È un gruppo piccolo con gente che cucina bene, ti aspettiamo. buona serata.