Eat Prato III parte: il Biscottificio Antonio Mattei
Nel 1858 l’Italia era ancora una “mera espressione geografica”, come aveva detto Metternich trenta anni prima; la Toscana era un Granducato retto da Leopoldo II – ancora per poco tempo – e si stava preparando la seconda guerra di Indipendenza contro l’Austria. Nel frattempo a Prato, in Via Ricasoli 22, Antonio Mattei apriva il suo Biscottificio con rivendita, e iniziava a sfornare un biscotto secco alle mandorle, una sua ricetta, che sarebbe diventato il Biscotto tradizionale di Prato.
“Nel XIX secolo Antonio Mattei, pasticciere di Prato, ne mise a punto una ricetta divenuta poi classica, con la quale ricevette numerosi premi a fiere campionarie in Italia e all’estero, tra cui una menzione speciale all’esposizione universale di Parigi del 1867. La bottega di “Mattonella” (nome popolare del biscottaio) esiste ancora oggi a Prato ed è considerata la depositaria della tradizione dei cantucci.” – da Wikipedia
E iniziava così la storia di un legame fortissimo, che chi non è pratese difficilmente può capire, tra il Biscottificio e la Città. Da più di un secolo e mezzo non è domenica davvero, o “festa” nelle case di Prato senza i cantuccini nel Sacchetto Blu, o uno degli altri buoni prodotti che sforniamo, tutti ormai profondamente inseriti nella tradizione gastronomica italiana. Perchè la fama dei prodotti Mattei inziò presto a diffondersi oltre i confini cittadini e regionali: la medaglia di merito nel 1861 all’Esposizione Italiana, la menzione speciale all’Esposizione Universale di Parigi nel 1867. Oltre all’Artusi, i Biscotti di Prato hanno avuto fan illustri: Malaparte, Ardengo Soffici, Sem Benelli, Hermann Hesse; ed i Presidenti Carlo Azeglio Ciampi e Bill Clinton.
Nel 1908 l’attività passò ad Ernesto Pandolfini, che lavorava da tempo al Biscottificio e che continuò sulla stessa linea di alta qualità e creatività del fondatore. Ernesto ideò e sviluppò nuovi prodotti, come il Filone candito, i Brutti Buoni, il Biscotto della Salute; che oggi sono dei classici, rigorosamente disciplinati nella ricettazione e nelle cotture quasi quanto il Biscotto di Prato. [1]
Fin qui la storia, quella vera del Biscottificio, dalla sua nascita fino ad oggi. Adesso vi racconto le emozioni provate da quando ho saputo che avrei alloggiato presso le dimore di Mattei. Ero andata diverse volte a comprare biscotti da Mattei e mi ha sempre affascinato quel “negozio” così vintage ma mai avrei immaginato di poter un giorno essere ospite loro e dormire nelle loro antiche dimore. Appartamenti ben restaurati, stanze grandi, e in camera una bellissima frase di Gianni Rodari il mio scrittore preferito. Un saloncino con annessa cucina completa, il balcone, un bagno grande una camera e un armadio guardaroba che magari lo avessi a casa mia e il silenzio totale e poi scendi e sei nella strada principale con gente che passeggia a tutte le ore e da lì ti sposti per visitare le meraviglie che stanno intorno e puoi arrivare anche al lago del Bilancino e alla Villa Artemino a Carmignano, i dintorni sono molto belli, ci sono boschi e ci sono fiumi e prima di andare via ci sono le bellezze di Prato compreso il museo del tessuto. E prima di andare via un rifornimento dal biscottificio, io sto mangiando a colazione il biscotto della salute con la marmellata, ottimo.
Ho conosciuto, o meglio ho saputo dell’esistenza del forno Mattei (mattonella) nel lontano 1963/64 quando i miei zii si trasferirono dalla Maremma terra di poco lavoro in quella che all’epoca era l’Eldorado d’Italia: Prato. Lì il lavoro c’era e in abbondanza, le fabbriche tessili lavoravano a ritmi serrati e le stoffe i cosiddetti “stracci” che stracci proprio non erano, andavano in giro per il mondo, si producevano stoffe pregiate a Prato e tutti i pratesi in età da lavoro e anche non erano occupati a produrre o a “ripulire” le pezze di stoffa, le donne per esempio che non potevano andare in fabbrica perché avevano una famiglia lavoravano in nero a casa dentro i famosi garage. A quei tempi se si passeggiava per la periferia di Prato si vedevano solo garage aperti con le donne che lavoravano, le pezze venivano consegnate e poi ritirate dagli addetti. I pratesi lavoravano sodo ma stavano bene, si compravano le case, il lavoro nero era una costante di quegli anni per le donne che lavoravano a casa e molte facevano questa scelta per curare i figli e la casa. Gli zii e i cugini venivano ogni tanto a Grosseto e furono quelli gli anni in cui conobbi i pacchetti di carta azzurra legati con lo spago con dentro i biscotti di Prato. Piacevano a tutti e ogni volta era un piacere aprire quel pacchetto azzurro, e zia quando chiedevamo dove li comprasse rispondeva così: “ma c’è un fornino vecchio in centro dove li vendono, mattonella si chiama e i pratesi impazziscono per questi biscotti”…all’epoca mi piacevano ma non mi facevano impazzire, oggi so perché piacevano a tutti. Mattei produce anche la Mantovana, i biscotti della Salute, i Brutti boni fatti solo con albumi, ancora oggi i miei preferiti, e ancora il Filone candito, i cantuccini al cioccolato. Mattei spedisce i suoi prodotti in tutto il mondo a parte i prodotti senza conservanti fatti appositamente per i pratesi che vanno consumati entro pochi giorni. Sulla Mantovana ci sono diverse leggende, si dice anche che due suore di Mantova in pellegrinaggio a Roma per il Giubileo del 1875 furono ospitate da Antonio Mattei, e queste per ringraziarlo gli donarono la ricetta della torta Mantovana. [2]
E poi il 25 luglio viene presentata la Cassatina “Dai-Dai” col biscotto di Prato alle mandorle. Quando biscotto e gelato si incontrano, il risultato non può che essere gustoso.
In occasione dell’estate, i fratelli Bartoletti della gelateria artigianale Dai-Dai di Castiglioncello e i fratelli Pandolfini del Biscottificio Antonio Mattei di Prato reinterpretano la tradizionale Cassatina “Dai-Dai”: due aziende della tradizione, entrambi toscane, si uniscono nel gusto per una deliziosa sorpresa per merende e dopo cena estivi.
Sopra al biscottifico ci sono le Dimore di Casa Mattei Pandolfini, si tratta di una ristrutturazione ottocentesca di un edificio di origine medievale, un antico convento medioevale, situato nel centro storico tra piazza San Francesco e piazza del comune. La posizione centrale, la vicinanza a negozi, ristoranti e bar lo rende ideale per soggiorni sia brevi che lunghi. Al secondo e al terzo piano del palazzetto ci sono 3 appartamenti perfettamente ristrutturati, con mobili nuovi o vintage, il silenzio è totale anche se siamo nella strada principale del centro di Prato, e il profumo di biscotti la mattina vi farà immenso piacere. Mio marito ed io siamo stati ospiti di Pandolfini e ci siamo trovati benissimo, è stato un piacere, un relax totale.
Consiglio di andare a Prato perché è una città interessante, ci sono tante cose da vedere sia in città che nei dintorni e soggiornare da Mattei, vi lascio i loro recapiti.
Via Ricasoli 18 – 59100 Prato (Toscana, Italia)
Per informazioni contattare dimoremattei@gmail.com
[1] Biscottificio Mattei: La Storia [2] Wikipedia
Ciao Tamara, il gelato / “cassatina” DAI DAI, l’ho mangiato in una trattoria famosa vicino casa mia, dove fanno parecchio buona la bistecca e anche altro…questo gelato che in due morsi si mangia, è buonissimo e esite in diversi gusti. Non l’ho più trovato da nessuna parte, la sua storia proviene da Castiglioncello e adesso che Mattei ha proposto questa versione andrò subito a provarlo. Grazie di questo tuo post, ma pensa quante cose si vengono a sapere!!!! A presto!
Si Sabrina è proprio così l’hanno inventato a Castiglioncello e lui l’ha riproposta, grazie cara mi fai sempre dei bellissimi commenti 😉
Ci sono passato anni fa. Prato merita assolutamente una sosta, per il posto e per Mattei.
Fabio ciao, siete dei viaggiatori e meglio di voi nessuno può apprezzare le bellezze di quella città piccola ma ben fatta, se ci andate alloggiate nelle dimore di Mattei semplici ma tanto antiche e la mattina il profumo dei biscotti è un piacere unico, grazie 😉