E se la ribollita diventasse una crocchetta con una bella panatura?
E se la ribollita diventasse una crocchetta con una bella panatura? La ribollita la conosciamo, l’abbiamo fatta tante volte, è la regina delle zuppe toscane, quella conosciuta nel mondo per il cavolo nero. A casa mia si è sempre mangiata, mamma la faceva proprio bene, avevamo una fila lunghissima di amici di famiglia che si autoinvitavano chiedendo la ribollita. Certo erano i tempi in cui da Roma si andava tutti i mesi a Grosseto a fare rifornimento di cibarie, a Roma non si comprava nulla, sembrava che i cibi fossero altamente inquinati e che tutti fossero lì pronti a darci fregature. Non era così, ma un toscano è un toscano dall’inizio alla fine, quello che cresce fuori regione è diverso, parlo solo di cibo ovviamente. A casa mia si comprava tutto in Toscana, al massimo fuori provincia, ma i contadini della campagna grossetana sapevano cosa voleva mia madre, era difficilissima, potrei dire peggio di me, quindi chi mi conosce sa. I polli dovevavo essere in un certo modo e lei li ammazzava da sola perché non si fidava neppure di questa operazione. A Roma c’erano dei bellissimi mercati già 50 anni fa, i mercati rionali chiusi con dentro tantissimi banchi che esponevano frutta e verdura, e poi c’erano i macellai e i banchi del pesce, 3 erano e 3 sono ancora, non è cambiato nulla. Nel centro del mercato, uno dei più vecchi e più grandi di Roma c’era una piazza con una bella fontana piena d’acqua che serviva a chi aveva il banco per rinfrescare la verdura e per lavare i banchi alla chiusura. In inverno si potevano trovare all’interno del mercato i caldarrostai con il loro banchetto e il profumo delle caldarroste pronte era una meraviglia sentirlo, e poi i vignaroli con i prodotti della loro terra, le uova di galline felici, e in settembre l’uva. Il profumo del mosto riempiva l’aria e i banchi erano pieni di grappoli dorati, era bello il mercato, tanto bello che vado ancora oggi anche solo a guardarlo e quando ho bisogno delle verdure di un certo livello per fare la ribollita per esempio, il cavolo nero è importante.
Passarono gli anni e anche mamma si adattò a questa città, tornare con la macchina carica dalla Maremma era sempre più faticoso e si cominciò a fare la spesa al mercato, e tutto sommato era anche piacevole, si potevano fare quattro chiacchiere e infinite conoscenze, il nostro era un quartiere dove si stava bene. E ci scrollammo di dosso un po’ di quella presunzione tipica di noi toscani che siamo convinti di avere le cose migliori e di fare le cose migliori. Oddio sono 45 anni che abito a Roma ma la Toscana è nel mio cuore e ci rimarrà sempre, al mio essere toscana devo anche il mio grande amore per il cibo, un certo modo di cucinare e la ricerca di materie prime di un certo livello.
E se la ribollita diventasse una crocchetta con una bella panatura? E la ribollita diventò una crocchetta con una panatura molto croccante, stupenda, da mangiare anche mentre si passeggia.
Oggi vi lascio una preparazione un po’ particolare, la ribollita fritta, impanata e fritta. L’idea è venuta a Cinzia Cortella che si sta occupando della GN della Ribollita per il calendario del cibo italiano. Io avrei fatto ancora per l’ennesima volta la ribollita e lei mi ha suggerito di provare a friggerla. Nessuna di noi lo aveva fatto ma ho pensato subito ad una bella panatura e sono contenta che le sia venuto in mente. Ho fatto la ribollita, l’ho messa e rimessa in forno un paio di volte per fargli fare la crosticina e farla sciugare anche dopo averla mangiata, il giorno dopo mi sono organizzata per la panatura e frittura.
La ribollita ormai era bella asciutta quindi ho preparato l’uovo sbattuto, la farina e il pangrattato, ho messo l’olio extravergine d’oliva in una padella, ho preparato con due cucchiai delle crocchette con la ribollita e poi l’ho passata nella farina, nell’uovo e nel pangrattato, e per ultimo l’olio per la frittura, tenete la fiamma media, diventeranno dorate in poco tempo, mettetele nello scottex e poi mangiatele calde, sono una cosa deliziosa, d’ora in avanti farò sempre della zuppa in più per poterla friggere.
Ingredienti per “E se la ribollita diventasse una crocchetta con una bella panatura?”:
per fare la Ribollita andate qui e trovate la ricetta
- 500 g di ribollita preparata un paio di giorni prima
- farina, uovo sbattuto e pangrattato per fare la panatura alle crocchette
- olio extravergine d’oliva per friggere le crocchette
- fogli di scottex
Con due cucchiai prendete una parte consistente di ribollita e passandola da un cucchiaio all’altro cercate di compattarla, mettetela poi nella farina, nell’uovo sbattuto e infine nel pangrattato. Preparate intanto l’olio mettendolo in una padella non troppo grande dai bordi alti, portate l’olio ad una temperatura di 160/170°C e immergete le crocchette, 2/3 per volta altrimenti abbasseranno la temperatura dell’olio. Fatele dorare bene da tutte le parti quindi tiratele fuori con una schiumarola e appoggiatele su carta scottex. Mangiatele calde, ma anche fredde non sono male e se avanzano il giorno dopo in forno tornano come appena fritte. Una ricetta da fare e rifare, grazie Cinzia della buonissima idea.
Bellissimo post pieno di ricordi della tua Toscana, riuscire a capire che attorno a noi ci sono tantissime nuove opportunità non vuol dire rinnegare le proprie origini ma aprirsi al nuovo arricchendosi ed il tuo vissuto lo testimonia
Splendida l’idea delle crocchette che verrebbe voglia d’afferrare per gustarle, non mi resta che preparare la ribollita
Grazie Manu
Grazie cara, sì la mia toscana mi è rimasta nel cuore, sono felice di essere venuta a Roma perché qui ho avuto i miei amori, il marito e i figli che adoro, ma la Toscana non si dimentica, un abbraccio