Cavallucci o Berriquocoli? I biscotti delle osterie senesi
Cavallucci o Berriquocoli? I biscotti delle osterie senesi. Erano biscotti secchi tipici delle osterie e delle poste disseminate lungo le strade dove veniva effettuato il cambio dei cavalli per poi rifocillarsi con un buon bicchiere di vino e biscotti, non solo cavallucci ma anche morselletti, confortini e pepatelli, prodotti speziati adatti alla prima colazione che duravano a lungo ed erano buoni anche quando si seccavano. Il miele, il pepe, gli anici, le noci questi erano gli ingredienti principali dei cavallucci che devono il loro nome forse al fatto che si trovavano appunto nelle stazioni dove si effettuava il cambio dei cavalli, oppure come dicono altri documenti, avevano un cavallino stampigliato sopra al biscotto. Queste le tesi accreditate, ma non ci sono dati certi. Nel XV secolo con l’arrivo dei canditi e delle mandorle dalla Serenissima i cavallucci si ingentiliscono e diventano berriquocoli, questa particolarità li fa apprezzare subito dalla nobiltà fiorentina.
Insomma chi dice che sono arrivati prima i cavallucci e dopo l’arrivo dei canditi e delle mandorle hanno preso il nome di berriquocoli. Non lo possiamo sapere, sembra che i berriquocoli siano più ricchi e più delicati, questo per alcuni siti e mi sento di accreditarla come tesi, poi mi piace il nome. Io immagino Siena in quegli anni, con tutti i suoi dolci meravigliosi e queste botteghe che ne sfornavano di tutti i tipi in ogni momento. Siena ricca e invidiata dalle altre città della Toscana. Siena che ha avuto la prima banca al mondo, Siena e il panforte, conosciuto a apprezzato in tutto il mondo, Siena e i Ricciarelli, i morbidissimi dolcetti di pasta di mandorle che si sciolgono in bocca. Immagino questa città crocevia di tanti viandanti che di lì passavano per andare a Firenze o arrivavano per i loro commerci.
I cavallucci si accompagnano a vini liquorosi nei quali vengono solitamente inzuppati: Vin santo, Marsala, Passito di Pantelleria, Asti Spumante o Moscato.
Ingredienti per “Cavallucci o Berriquocoli? I biscotti delle osterie senesi”:
- 300 g di farina O
- 1 cucchiaio colmo di cannella in polvere
- 5 g di coriandolo
- 1 cucchiaino di anice pestato
- 220 g di zucchero
- 200 ml di acqua, sono troppi mettetene la metà
- un pizzico di ammoniaca per dolci
- 20 g di miele
- buccia grattata di arancia bio
- 50 g di arancia candita
- zucchero a velo per lo spolvero
Mettete la farina in una pirofila e aggiungete tutti gli ingredienti secchi, intanto ponete sul fuoco un tegame con acqua e zucchero, e portatelo fino alla cottura dello zucchero, a filo, deve rimane bianco, quando, prendendone un po’ tra il pollice e l’indice fa il filo è pronto, io mi sono bruciata fate voi.
A questo punto versate nel composto di farina e spezie e amalgamate con le mani cercando creare un impasto, spostatelo sulla spianatoia, sopra a uno spolvero di farina, aggiungeteci l’ammoniaca, il miele e lavoratelo velocemente perché lo zucchero tende ad indurirsi, copritelo e fatelo raffreddare. Riprendetelo, stendetelo ad un’altezza di 2 cm, tagliate dei pezzi di 4×4, insomma decidete voi, devono avere una forma rotondeggiante ma non perfetta e un po’ schiacciata, poggiateli su carta forno spolverata di farina, infornateli a 180°C per 15 minuti, altrimenti induriscono, il cavalluccio deve rimanere bianco. Sentirete l’odore delle spezie in giro per casa, sono buonissimi.
Ma son buoni davvero! Ho assaggiato quelli comprati ma non c’è paragone con quelli fatti a casa!!
Leila hai sentito che meraviglia? Io li faccio da anni, quelli comprati sono un brutto ricordo 😉
Leila ciao, no non c’è confronto, questi si fanno mangiare e purtroppo io ne mangio uno dietro l’altro, tieni rpesente che ci sono questi e la bisciola della Valtellina, tutto in questi giorni e poi passeremo ai ricciarelli, sono una cosa da non immaginare tanto sono buoni
Cosa darei per averne uno! i tuoi biscotti senesi bucano lo schermo!
Graze Milena sei brava da poterli rifare quando vuoi, vedrai che sono una stupidata, sono buoni è vero e anche tanto 😉 🙂
Cara Tamara, ho letto con grandissimo piacere il tuo post sulla storia dei Cavallucci, nelle sue svariate versioni e come te ho immaginato come dovesse essere la mia città nel periodo in cui questi dolci sono nati, crocevia di pellegrini e commercianti. Io amo moltissimo i Cavallucci, e li adoro appena fatti, che hanno sapore e consistenza molto diversi al momento in cui cominciano a seccare. Sarà la presenza dell’anice e del cardamomo, sarà l’incontro croccante con le noci. Potrei veramente farmici del male.
Si vede dalle bellissime immagini che i tuoi sono strepitosi. Potresti far concorrenza alle nostre pasticcerie.
Un abbraccione mia cara.
Patrizia ciao, ho preso in giro un po’ di notizie, ma sono sempre uguali, davvero immagino Siena cosa deve essere stata con gente che arrivata da ogni parte e si accampava fuori dalle porte in attesa di poter entrare, non ci posso pensare, immagina il giubileo qui e adesso con tutti gli accorgimenti, la sicurezza, le vaccinazioni i controlli e nonostante tutto un gran casino, pensa che doveva succedere…ma quanto sono buoni i cavallucci, un abbraccio a te
Mi sembra di sentirne il profumo e percepisco la morbidezza. Questi devo proprio provarli!
Grazie Anna Laura sì è molto sofficice stesso impasto del savarin, buono 😉
Anna Laura provali e vedrai che li fai di nuovo, si chiamano biscotti secchi ma non sono secchi, sono morbidi e mantengono la morbidezza per giorni, sono stupendi
Li immagino profumati di cannella e miele, con quello zucchero che ti si appiccica alle dita e morbidosi che uno tira l’altro…sbaglio?
E hai r agione, è proprio quello il profumo e impregnano la casa 😉