Zippulas sarde, frittelle lunghe di carnevale
Zippulas sarde, frittelle lunghe di carnevale. Is tzìpulas tranne che in Logudoro dove si chiamano frisgiòlas, nome italianizzato in “zeppole” / “frittelle”, sono un dolce tradizionale del carnevale della Sardegna. La ricetta può variare da una zona all’altra, si aggiungono anche le uova, ma la ricetta base è questa, molto semplice: la farina, il latte, le scorze di limone e arancio, il lievito e un liquiore che può essere mirto o liquore di anice. Il prodotto si consuma zuccherato o glassato. Un comune dove l’antica tradizione nella preparazione delle tzìpulas e ben nota è quello di Narbolia, in provincia di Oristano, nella subregione del Montiferru, dove si tiene ogni anno, nel periodo del carnevale, una sagra dedicata alle zippulas, con degustazioni e vendita di prodotti locali.
Io ho preparato le frittelle lunghe senza uova, alla maniera di Oristano, semplici, senza uova, con il liquore all’anice, la vecchia Anisetta. Ne avrei mangiate non so quante, anzi ne ho mangiate tante, ma non fatele freddare, dopo poche ore perdono tutto la loro delicatezza e sofficità, mangiatele subito.
Ingredienti per “Zippulas sarde, frittelle lunghe di carnevale”:
- 250 g di semola rimacinata
- 250 g di farina di grano tenero O
- 1/2 l di latte
- 12 g di lievito di birra
- 1/2 bicchierino di Anisetta, liquore all’anice, o mirto o grappa
- zucchero semolato a volontà
- zucchero a velo per spolverare
- olio di arachide per friggere
- Io ho comprato l’imbuto che si apre al momento di friggere quando si è sull’olio caldo, ma l’impasto era troppo vischioso e non scendeva, quindi ho messo tutto in un sac à poche e ho tagliato un angoletto all’ultimo momento, sono venute benissimo, faticoso. Cospargetele subito di zucchero semolato, ma non prendono olio affatto, sono buonissime, mentre le tiravo fuori le mangiavo, così si fa con il fritto 😉
Ho messo tutto nella planetaria, ho sciolto il lievito nel latte tiepido e l’ho unito alla farina, la scorza dell’arancia, i liquori e ho fatto impastare a lungo, fino ad avere un composto molto liscio.
Ho messo l’impasto in una ciotola, coperto con pellicola e copertina di pile e lasciato lievitare fino al raddoppio. Ho messo abbondante olio in una padella dai bordi alti, riempito un sac a poche chiuso da un lato e quanto l’olio era pronto, ho tagliato la punta del sac à poche e ho cominciato a versare l’impasto girando a spirale. Non è facile, ma si può fare, fatele dorare bene e poi mettetele ad asciugare nella carta per il fritto (cartapaglia) e riempitele di zucchero semolato, mangiatele dopo poco perché il giorno dopo non sono molto buone, è la classica pasta dei bomboloni, buoni appena fritti, ma dopo un po’ di ore diventano gommosi.