Torta di Riso
Torta di Riso per l’Mtc n.41 di settembre. Si riparte e la partenza mi piace.
Il Riso. Dire che lo amo è riduttivo, vivrei di riso, in tutti i modi da bollito al più elaborato risotto, ma è stato scritto tutto, sono andata nel blog di Acquaviva, (la blogger che ha scelto la ricetta di questo mese) e ho letto un trattato sul riso, posso aggiungere ben poco, lei è stata molto brava, ha scritto cose interessanti e poco conosciute, la cottura del famoso riso giapponese per esempio, non facile e altre cose interessanti.
Il riso (Oryza sativa) è una pianta erbacea annuale della famiglia delle gramineae o graminacee, di origine asiatica. Insieme alla Oryza glaberrima, dal pericarpo pigmentato rosso coltivata in Africa, è una delle due specie di piante da cui si produce il riso. L’Oryza sativa viene coltivata su circa il 95% della superficie mondiale di riso. Le origini del riso non sono certe, si ritiene che le varietà più antiche siano comparse oltre quindicimila anni fa lungo le pendici dell’Himalaya.
La cosa certa che sappiamo è che è nato in Asia, in Cina per l’esattezza intorno al VI millennio a.C. e che ad oggi sfama la metà delela popolazione mondiale, se dovesse finire il riso, morirebbero intere popolazioni.
Il riso viene coltivato in quasi tutti i paesi del mondo.
Esistono 3 sottospecie di riso:
Indica, tipica dei climi tropicali, alto valore di mercato, cariosside lunga e sottile, produttività media e coltivata in India, Cina Meridionale, Filippine, USA meridionale, Italia; Brasile;
Japonica, tipica dei climi temperati, produttività alta, cariosside corta e arrotondata, basso valore di mercato, coltivata in Giappone, Corea, Cina settentrionale, USA, Egitto, Italia;
Javanica, di minore importanza.
In Italia si coltiva la sottospecie Japonica, è quella maggiormente utilIizzata per i risotti che si suddivide in 4 tipologie:
Risi comuni (tondi e piccoli)
Risi semifini (tondi di media lunghezza)
Risi fini (affusolati e lunghi)
Risi superfini (grossi e lunghi).
In ambito gastronomico, con il termine riso viene indicata la cariosside (un frutto-seme) della pianta Oryza sativa.
Il riso, oltre a trovare largo impiego come piatto base, nella forma di riso salato bollito, si presta alla preparazione di piatti salati più elaborati come il risotto ma anche di dolci come il risolatte o budino di riso e la torta degli addobbi.
Le tecniche base di cottura per il riso sono due, bollitura e a vapore. Da queste nascono poi tutte le altre tecniche che conosciamo e se andate nel blog di Acquaviva le trovate illustrate alla perfezione
L’Mtc ha previsto tre tipi di cottura: per assorbimento, (da noi a vapore) è la tecnica che si usa in oriente per cuocere il riso; la cottura al latte, soprattutto per i dolci, e la cottura pilaf o pilav in forno coperto di brodo o acqua, comunque farò anche una ricetta di pilaf, ho una mia versione che faccio da anni.
Ingredienti per la mia Torta di Riso:
usate una tortiera più bassa e più larga, è rimasta troppo morbida all’interno, direi che 26 cm dovrebbe andare bene, e alta 6 cm
- 150 grammi di riso arborio
- 1 litro di latte, io di riso
- 3 uova
- 100 grammi di mandorle pelate e tritate
- 30 grammi di uva sultanina messa a bagno nel mistrà
- 50 grammi di candidi vari, arancio cedro o quello che preferite
- 100 grammi di zucchero se usate il latte di riso, è molto più dolce, altrimenti 200 grammi di zucchero
- burro per ungere la tortiera e per qualche fiocchetto da mettere sopra
- una scorza di limone da mettere nel latte mentre cuoce il riso
- mezza bacca di vaniglia
Mettete il latte sul fuoco insieme alla scorza di limone e quando bolle aggiungete il riso, abbassate la fiamma e lasciatelo sul fuoco fino a quando il riso avrà assorbito tutto il latte, a quel punto sarà pronto. Toglietelo dal fuoco e aggiungete lo zucchero la vaniglia e fatelo raffreddare. Nel frattempo dividete i tuorli dagli albumi e montate a neve questi ultimi. Quando il riso sarà intiepidito aggiungete le mandorle tritate, i canditi fatti a dadini, l’uvetta scolata dal mistrà e i tuorli. Amalgamare bene il composto e quando gli albumi sono ben montati aggiungerli con una spatola delicatamente dal basso verso l’alto per non smontarli.
Mettete l’impasto in una teglia imburrata e infarinata, livellate bene e distribuite sopra qualche fiocchetto di burro. Infornate a 165-170°C, dipende molto dal vostro forno, se si dovesse colorare troppo abbassate la fiamma, lasciatela cuocere oltre un’ora. Se la tortiera è grande la torta sarà più bassa e cuocerà prima, io ho usato uno stampo più alto e ha messo più tempo, fatela freddare prima di mangiarla.
che bella ricordi della mia infanzia troppo buona la mia nonna la faceva sempre a pasqua e per me ora è un must i miei figli ci vanno pazzi
complimenti tamara come sempre
Ciao Tamara 🙂
Complimenti per la tua ricetta, deliziosa ed originale e per il post con un po’ di notizie sul riso 😉
Buona serata
AngelaS
sempre interessante vedere come si caratterizzano le versioni personali della torta di riso, che ad esempio non mi aspettavo di veder preparare con l’Arborio!
La sbollentatura preventiva del riso prevista nella tecnica che ho descritto nel post della sfida si rifà ad una tradizione classica che vuol fare assorbire meno latte al chicco perché mantenga una sua consistenza, non sono sicura che succede ai fini del regolamento nel saltare questo passaggio. Nel rimetterci al giudizio di chi lo ha stilato per questa ricetta ti dico che ora aspetto trepidante quella del tuo pilav!
Acquaviva ciao, sono andata a vedere le altre torte di riso e, come immaginavo hanno tutte la stessa tecnica di cottura, le ricette di torte di riso che conosco io si fanno tutte cuocendo il riso nel latte o in altro liquido, non dico che sia così ma io conosco questo metodo, a questo punto prima di fare il pilav aspetto una risposta da Alessandra Gennaro, sul riso usato, preferisco l’Arborio ai risi piccolini, ma non credo che questo sia un problema. Grazie comunque della tua risposta magari proverò una prossima volta.
eccomi, tamara, e scusa il ritardo, ma ci siamo consultate sul da farsi.
sicuramente le ricette tradizionali prevedono che il riso si cuocia direttamente nel latte, senza “scottatura” previa. Parlo a ragine più che veduta, visto che qui a Genova si cresce a riso e latte e lo si è sempre preparato così. Però, qui siamo all’mtchallenge e il bello del gioco è provare le tecniche suggerite da chi propone le ricette delle varie sfide. se funzionano, si può abbandonare la strada vecchia per la nuova. Se non funzionano, si torna all’antico, con una maggiore consapevolezza.
Ma non è a te che devo spiegare queste cose, visto che sei sempre stata perfettamente sintonizzata nello spirito del nostro gioco.
Per cui, ai fini della sfida, a questa ricetta capita la stessa sorte che è toccata alle altre che hanno saltato il primo passaggio- ossia, il fuori concorso.
Che nulla toglie alla cura con cui è stata pensata ed eseguita, con una pazienza antica, sostenuta da un grande rispetto per gli ingredienti: ho apprezzato moltissimo la cottura nel latte di riso, per esempio e mi incuriosisce moltissimo l’utilizo degli albumi montati: perchè nella mia ignoranza, conosco la torta di riso della lunigiana (che posterò oggi o domani sul mio blog), semplicissima, con un numero esorbitante di uova solo leggermente sbattute; e la torta degli addobbi, che ha le mandorle e i canditi, come questa- e che però vien bassa. La tua è elegante, mi ricorda tanto i rice pudding inglesi ma con una sofficità che a questi manca e, fatto più importante di tutti, dà un apporto nuovo alla mia scarsa conoscenza in materia. E non posso che ringraziarti, per questo!
grazie della tua risposta Alessandra, non ci sono problemi, non mi cruccia essere fuori concorso so che non è per la mia torta ma per il regolamento che ritengo giustissimo, tu parli della carrarina, quella meravigliosa torta che ho già fatto e postato con tutte quelle uova, è una delizia, adesso posto un’altra ricetta, un pilaf, vediamo se con questo ho capito. un caro saluto
Io adoroooo le torte di riso! aspetto anche la ricetta di quella con… quante uova erano? 30?
volessi provare questa versione, quanto dev’essere grande lo stampo?
grazie
buon weekend!
Mi ricorda molto una preparazione di riso al latte dolce che cucinava mia nonna ogni volta che andavamo a trovarla.. Non era una torta, ma aveva l’uva sultanina 😉 adoravo quel riso dolce cremoso!
La tua torta ha un aspetto bellissimo, regale! Sei riuscita a fare foto magnifiche con lo sfondo nero, e le posate fanno da contorno perfetto! Grande TamTam! ♥
Ciao Tamara, leggo spesso i tuoi commenti su FB come Bloggallina ma non ero mai venuta qui. Il tuo blog mi piace molto, bellissime ricette e foto e tante notizie interessanti.
Ho visto che hai anche iniziato a collaborare con la Repubblica…complimenti, quella rubrica mi piace tanto! 🙂
Piacere di conoscerti e di aver scoperto il tuo blog…
A presto,
Alice