skip to Main Content

Risotto al Valpolicella Ripasso

Risotto Al Valpolicella Ripasso

Risotto al valpolicella ripasso. Un riso unico al mondo, Acquerello, un vino eccellente e il risultato è un risotto al Valpolicella Ripasso, un vino ottenuto mediante la tecnica del “ripasso” che consiste nel macerare il vino sulle vinacce dell’Amarone, il risultato è un vino più fruttato e corposo. L’unione di questi due prodotti ha dato come risultato un risotto dal sapore che rimane in bocca. Mantecato con un buon burro e un parmigiano abbastanza invecchiato, non troppo forte per non ammazzare il vino. I miei ospiti sono rimasti colpiti.

Ingredienti:

500 grammi di Riso Acquerello
cipolla tritata finissima per soffriggere
500 ml di brodo vegetale per cuocere il riso
500 ml di vino Valpolicella Ripasso
olio evo
burro di buona qualità

parmigiano reggiano grattugiato al momento

In un tegame largo dai bordi alti, io ormai per i risotti uso solamente, la casseruola in ghisa porcellanata di Le Creuset che potete trovare qui, il riso non perde il suo aroma, cuoce con il suo vapore, la pentola conserva tutto, non ci sono sbalzi di temperatura e i chicchi vengono cotti tutti allo stesso modo. Poi per un riso come Acquerello solo una pentola come questa.
Come dicevo, nel tegame, la cipolla tritata finissima, con burro e olio, farla soffriggere, deve essere bionda non bruciacchiata, appena è pronta mettete il riso, e fatelo tostare, il riso si deve impregnare dei grassi, burro e olio, e scaldarsi per sprigionare meglio i suoi aromi (io a volte lo faccio tostare a secco in una padella a parte), quando è pronto cominciate a versare nel tegame brodo vegetale caldissimo, girate, coprite e così fino a metà cottura, cottura totale 15 minuti, nel frattempo mettete a scaldare il vino e quando è caldo versatelo nel tegame, girate bene e coprite. La cottura si dovrebbe ultimare con il vino, ma se dovesse mancare ancora liquido aggiungete del brodo. Qualche minuto prima spegnete la fiamma, metteteci un pezzo di burro e lasciatelo coperto alcuni minuti, riprendetelo, metteteci del parmigiano, giratelo e portatelo in tavola. Non ci sono parole, va solo assaggiato.

Print Friendly, PDF & Email
Questo articolo ha 0 commenti
  1. buongiorno cara Tamara,sono passata a salutarti, purtroppo non sempre riesco a passare di qua.
    Mi fa tanto piacere quando tu lo fai.
    un abbraccio
    p.s. adoro il risotto….diresti che sono sempre a dieta? ahaha

  2. Colpiti e affondati!!Si,Tamara io ci annegherei in quel risotto dove la mantecatura è fatta con maestria e i prodotti sono eccellenti!!Fortunati i tuoi ospiti,ma anche noi a leggere le tue ricettine!!
    UN abbraccio bella signora e bellissima serata!!

  3. Bellissimo, e che colore! Volevo chiederti… se si fa il risotto con un vino rosso che e’ stato lasciato aperto un po’ tanto per berselo (non acetoso, ma sicuramente non da bere a meno che uno non sia proprio un alcolizzato!)

    … e’ proprio un reato usaro per un risotto? Il fatto e’ che quella bottiglia non lo vorrei buttare, ho pensato di usarla per cucinare, ma non so se il risotto si rovinerebbe. Forse e’ meglio usarla per uno spezzatino o altro?

    grazie e ciao

    Alessandra

  4. adoro il risotto al vino… fa una cremina deliziosa, e prende un sapore e un colore unici!!! e poi a guardare la seconda foto vien voglia di mangiarlo via pc!

  5. Ciao cara,sto organizzando una raccolta,
    è intitolata “L’estate in tavola”
    Quindi come potrai immaginare solo ricette fresche ed estive.
    La raccolta si chiude il 21 Giugno quindi hai tutto il tempo che vuoi per partecipare!!
    Ti aspetto

  6. Ciao cara,sto organizzando una raccolta,
    è intitolata “L’estate in tavola”
    Quindi come potrai immaginare solo ricette fresche ed estive.
    La raccolta si chiude il 21 Giugno quindi hai tutto il tempo che vuoi per partecipare!!
    Ti aspetto

  7. conoscevo il risotto al Chianti, al Lambrusco, al Barolo, al Moscato, ma questo no..d’altronde i vini veneti sono una garanzia, perciò verrà buono per forza.

    Ciao e buona giornata

    Alessia

  8. Tamara, ho risposto di la’ e copio anche qui: come mi dispiace che hai rotto la pietra per le piadine… anni fa io ho rotto la pentola di terracotta toscana per cuocere i fagioli che mi aveva regalato la mia amica del cuore, anche quella una di quelle cose pesanti che ero riuscita a portarmi dietro e che qui non si trovano :-(. Quanto si puo’ piangere per una pentola??? Mi fa quasi ridere pensarci! Devo fare la filosofica!! hehehe

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Back To Top