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Fede Galizia: Alzata con ciliegie

Fede Galizia: Alzata Con Ciliegie

Contribuisco alla Giornata Nazionale del cibo nell’Arte, con una fotografia Still Life. Nel sito di Aifb, Ambasciatrice della GN è la nostra esperta di arte, musica e come fa il pane lei nessuno al mondo, Maria Teresa Cutrone del blog “Degustibus itinera”, andiamo a leggere il suo articolo.

In pittura il termine inglese Still life si può tradurre in italiano con “natura morta” cioè una raffigurazione pittorica di oggetti inanimati (fiori, frutta, ortaggi, selvaggina, oggetti d’uso). In fotografia il termine descrive la tecnica fotografica di qualsiasi oggetto inanimato. Lo still life in fotografia non è semplice, bisogna creare una foto cercando la luce che deve essere diffusa senza usare il flash, arrivare ad un buon risultato mettendo in evidenza le parti importanti del soggetto. Niente flash, niente luce solare, l’ideale sarebbe il cielo con una nuvolosità diffusa. La tecnica fotografica più interessante e divertente, ti prende, ti appassiona, vorresti passare le ore a fare fotografie e poi stare davanti al video a guardartele e commentare con chi ha la stessa tua passione, io lo faccio.

Fede Galizia, alzata con ciliegie

 

Una donna, Fede Galizia. Milanese, nata 5 anni dopo il grande Caravaggio (1578-1630) ma la data di nascita non sembra certa, qualcuno dice che sia nata alcuni anni dopo. Ritenuta uno dei fondatori del genere “natura morta”, importante per la città lombarda, forse perché legata, nel clima della Controriforma, alla celebrazione eucaristica. Fede Galizia era figlia di un pittore di miniature, Nunzio Galizia, originario del Trentino, quindi la ragazza aveva appreso dal padre l’arte pittorica passando le giornate nella sua bottega. A quei tempi, quelle che venivano considerate le “figlie d’arte” non avevano grandi possibilità di movimento, il loro onore era al di sopra della loro abilità pittorica. Allora padri e fratelli erano destinati a vegliare sulla virtù delle ragazze così da evitare spiacevoli problemi.

Le artiste vivevano la loro vita in mezzo a grandi difficoltà, la loro dimora era nelle botteghe con scarse possibilità di movimento perché gli spazi erano molto ristretti. Non partecipavano al lavoro dei cantieri, nei casi in cui il padre o i fratelli fossero impegnati in pitture murali, e questo era motivo di insofferenza.

alzata con ciliegie

Fede Galizia iniziò la sua carriera pittorica molto presto, già a 12 anni veniva considerata un’artista a tutti gli effetti e menzionata da noti esperti d’arte. Appena diciottenne eseguì il bellissimo dipinto raffigurante Giuditta e Oloferne, tema si diceva, molto caro alle artiste dell’epoca. Sembra che la Giuditta dipinta da Fede Galizia non fosse altro che il suo autoritratto, piaceva molto alle giovani artiste raffiguarsi come la giovane eroina biblica. Amavano sottolineare la loro forza e la loro autonomia rispetto al mondo maschile. Infatti nella spada impugnata da Giuditta è inciso il proprio nome: Fede.

La giovane artista non si limita alle nature morte ma le vengono commissionate anche pale d’altare e ritratti, ricordiamo il Noli me tangere, conservato presso la chiesa di Santo Stefano a Milano. I suoi still life sono realizzati con eleganti alzatine in peltro e argento e frutta fresca, sono famose agli amanti delle nature morte.

63 le opere nel suo catalogo di cui 44 sono nature morte e questo influenzò anche la sua vita privata, Fede Galizia preferì la pittura al matrimonio, anche questa una scelta rivoluzionaria per i tempi. Le sue opere sono esposte in molti musei, dalla Pinacotesa di Brera al Metropolitan Museum art of New York, alla Pinacoteca Ambrosiana, Museo Diocesiano, Museum of Art, Sarasota, Florida.

Morì nel 1630, durante l’epidemia di peste che divenne famosa nei Promessi sposi. Si legge che il 21 giugno di quell’anno, dettò le sue ultime volontà e si ritiene che sia morta qualche giorno dopo, lasciando un’eredità iconografica di particolare rilievo negli still life. [1]

L’artista non appartenne ad alcuna scuola, ma nella sua cultura autodidatta confluirono tutti gli spunti offerti dalla tradizione lombarda e dal panorama artistico contemporaneo: il tardo manierismo emiliano (evidente nelle Giuditte), la ritrattistica borghese di L. Lotto e di G.B. Morone, la pittura sacra di G.B. Crespi e G.C. Procaccini. A tali referenti va aggiunta la meditazione personale sui testi di Leonardo e Correggio, dai quali la G. approntò diverse copie. Nella collezione dei Settala erano presenti una Zingara da Leonardo e la Zingarella dal Correggio (questa, all’Ambrosiana: Bona Castellotti, 1978, p. 32); nella Pinacoteca arcivescovile di Milano e nella Pinacoteca civica sono conservate due riproduzioni del Cristo nell’orto del Correggio. [2]

Il quadro “Alzata con ciliegie” fa parte del “Wallace e Wilhelmina cole holladay collection” Washington Dc, Museo Nazionale delle donne nelle Arti.

10262048_1178183302209496_833399495676497946_n-300x170[1] Stilearte

[2] Treccani Dizionario Biografico

 

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 Noli me tangere (1616) (pala d’altare), Basilica di Santo Stefano Maggiore, Milano.

Questo articolo ha 19 commenti
  1. La tua foto riesce ad emozionare Tamara, dunque si tratta di un’opera d’arte!
    Molto bello e completo l’articolo, grazie per questo approfondimento su una delle poche donne pittrici, bisogna dire che ultimamente la critica ne sta “scoprendo” tante altre. Combattere è il nostro destino di donne!
    Buon weekwnd
    Maria Teresa

  2. Ma sai che avevo pensato anche io a fare qualcosa sulla natura morta a cavallo tra pittura e fotografia?! Anche a me piacciono moltissimo sia le nature morte che le foto di still life e non mi annoierei mai a parlarne. Certo, non avrei saputo fare una foto così bella, ma l’argomento mi intriga molto e col tempo spero di migliorare.
    Complimenti per il tuo approfondimento, l’ho trovato davvero interessante 🙂

    1. Sono la mia passione le foto still life, però come ho scritto a Maria Teresa se non c’è la ricetta interessano poche persone, è anche vero che in pochi le capiscono, diciamo la verità, grazie cara…

  3. Bellissimo. La fotografia reale poi…..non c’é niente da capire. Si guarda, si ammira, si rimane a bocca aperta per la bellezza . Cosa riescono a scatenare delle “semplici” ciliege!

    1. Grazie Antonella volevo proprio suscitare questo, far venire fuori la bellezza, a me è piaciuta molto, ne avevo fatta un’altra di Melendez, era bella ma non mi dava le stesse emozioni, questa dopo lo sviluppo mi ha lasciato senza parole, grazie ancora

  4. Mi colpisce e mi emoziona questa immagine. Il tuo post mi permette di conoscere qualcosa di nuovo e di valore. Un legame, un filo invisibile parte da un’artista e arriva ai miei occhi tramite la tua bravura. Grazie!

    1. Giovanna che belle parole, mi fai felice, quando faccio una fotografia spero sempre di trasmettere quello che provo io e leggere che ci sono riuscita, che in te suscita emozione è qualcosa di bello, di importante, grazie cara

  5. Affascinante il mondo poco conosciute delle donne artiste del passato, vere eroine!! Ho letto tutto d’un fiato, la conoscevo appena per il famoso dipinto di Giuditta e Oloferne ma non avevo mai approfondito. Bell’articolo, bella ricerca e la foto è semplicemente spettacolare!
    Complimenti

    1. Hai ragione Cristina, e questa donna con la sua storia mi ha affascinato, ho pensato a quente difficoltà incontravano, le abbiamo oggi e tante figuriamoci nel 1500…e lei è andata avanti rinunciando alla famiglia per la sua passione…bella figura di donna 😉

  6. ciao Tamara, non potevo non venire a commentare il tuo contributo; adoro le tue fotografie e un tuo still life non me lo perderei mai. Arrivo e… trovo pure un bellissimo articolo su Fede Galizia! Non avevo dubbi che il tuo contributo sarebbe stato bellissimo, ma la scelta di questa pittrice mi ha emozionato. Purtroppo le “figlie d’arte” per farsi valere dovevano lottare con i denti (vedi anche Artemisia… ) e se riuscivano a farlo e a emergere era spesso a costo di grossi sacrifici. Ho letto tra i commenti il tuo rammarico per il fatto che si “apprezzano” più le ricette che i contributi di altro genere… ebbene per me è il contrario. Mi sono goduta fino in fondo le tue parole e la vista è stata appagata da una meravigliosa riproduzione fotografica :). Godere per godere, ora due ciliegie vado a mangiarmele! Un bacio 🙂

    1. Fausta tu mi capisci perché come me ami la fotografia, non siamo tante ad amare la foto tanto quanto la ricetta. Ero partita con Melendez ma non mi convinceva e quando ho trovato l’alzata di Fede Galiza me ne sono innamorata e la storia di questa donna, anzi delle donne che emergevano in qualche disciplina, venivano tutelate ma facevano anche una vita quasi di clausura per paura che succedesse loro qualcosa, comunque questa figura è affascinante, grazie cara Fausta

  7. Ieri mia figlia di otto anni faceva una lezione sul testo descrittivo, in cui parlavano delle ciliegie. Io sono appassionata di pittura in particolare di ritratti/persone e nature morte ed interni. Sempre negli anni 90, ricordo di essere andata, a Padova, ad una mostra in cui c’erano delle bellissime nature morte e tra queste una grande natura morta con ciliegie che ra una specie di vero e proprio catalogo illustrativo in quanto ogni varietà aveva di fianco un numerino e, sempre nel dipinto, a lato c’era una legenda descrittiva del nome delle varietà.
    Era impressionante quale fosse stata la capacità di dipingere le differenti qualità.
    Così ho provato a fare una ricerca, ma non l’ho trovato, però ho trovato il suo articolo su Fede Galizia, che non conoscevo.
    Oltre all’articolo ed al bel dipinto sono rimasta impressionata dalla sua foto, confesso che ci ho messo un po’ a capire che si trattasse di una foto e non di un dipinto seicentesco.
    Devo farle i miei complimenti per la bellezza delle sue foto difficilmente ne ho viste di così particolari…ed io sono una che guarda molto!!!!!

    Un altro bel dipinto sul genere che cercavo io è di Bartolomeo Bimbi si trova proprio “in casa nostra” .

    Leggo che lei dice “le foto still life, …, se non c’è la ricetta interessano poche persone” …chissà se è vero, e, se anche fosse, si sa che non tutti hanno occhi per guardare.

    PS altro esempio di pittrici in ombra sono le due figlie di Giacomo Balla, Luce ed Elica. Bravissime, ma praticamente sconosciute.
    Per le donne , ancora oggi, i tempi non sono maturi.

    1. Mi hai fatto veramente felice, ricevere così tanti complimenti non è cosa facile nel nostro ambiente, ti ringrazio anche degli spunti che mi hai dato, Bartolomeo Bimbi ha delle immagini splendide, la cosa difficile spesso è trovare frutta e verdura adatte ad essere fotografate. Ti segnalo l’altro mio blog di sole fotografie, se hai voglia puoi ammirare alcune foto che non ho messo da altre parti http://www.tamaragiorgetti.it/ mi farai sapere con comodo cosa ne pensi.
      Tua figlia è fortunata ad avere una mamma appassionata di arte, quando i miei due figli, oggi trentenni, uno sta facendo la magistrale in Fisica, erano piccoli, elementari e medie, venivano sempre con me, abbiamo visto molte delle mostre che Roma offriva, non tutte ma una buona parte ed era bello vedere come erano interessati nonostante l’età. Sono felice di averli cresciuti così, fai bene, come diceva una splendida maestra di mio figlio, “un bambino che va a vedere mostre e musei, non sfregerà mai un dipinto”, ed è proprio così, Ti ringrazio ancora e ti saluto.
      Non sono maturi del tutto i tempi per le donne, ma qualcosa si sta muovendo, oggi nel Comitato tecnico-scientifico Borrelli ha inserito 6 donne luminari nel campo della ricerca, e altre donne sono state inserite nella task force di Colao. Qualcosa si muove, buona serata 🙂

  8. Proprio stamani, seguendo nuovamente il filo delle ciliegie, sono entrata nel suo sito di foto.
    Confermo che non trovo parole adatte per complimentarmi. Mi piacciono davvero molto.
    Forse mi piacciono proprio perchè hanno quel qualcosa che ti impedisce di distogliere lo sguardo, cosa che succede (per lo meno a me) quando ci si trova di fronte ad un capolavoro dell’arte.

    Mi piace la resa degli oggetti di contorno: il peltro, l’argento, le stoffe, il legno…
    Questi materiali hanno la stessa luce che si trova nei dipinti antichi, quelli in cui ci si domanda come ha fatto il pittore a rendere l’idea che il peltro fosse peltro, il rame fosse rame, la corda sia corda.

    Nelle sue foto la materia non proviene da una fredda riproduzione, seppur magistrale, della realtà, ma passa attraverso un’anima e si fa pittura.

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