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Il Cacciucco

Il Cacciucco

Il Cacciucco. 13 qualità di pesci e cinque C. La regina delle zuppe di pesce, la zuppa di pesce conosciuta da tutti.  Al di là delle numerose leggende sulla sua origine, la più verosimile è sicuramente quella di un piatto realizzato con gli avanzi del pesce invenduto o del pesce che rimaneva nelle reti o sul fondo delle barche, e alla sera veniva messo in una pentola e, aspettando che cuocesse, ci si scambiavano le impressioni sulla giornata trascorsa, si raccontavano storie e, forse, tante bugie sui pesci pescati di cui i pescatori sono da sempre maestri. Questa è la storia più verosimile ma ne girano anche altre, si dice anche che sia il simbolo delle origini di Livorno.

La parola cacciucco viene dal turco “kuciuk”, che vuol dire “piccolo, minuto”. In Toscana ha assunto il significato di “mescolanza”, e si trovano ricette di cacciucchi di carne, di cacciagione, di pollo, di ceci e così via. Però, il più “tradizionale” cacciucco è una zuppa di pezzi di vari pesci, e nacque a Livorno per la necessità di usare anche le specie più povere finite nelle reti.

La sua popolazione composta da genti e comunità diverse: ebraiche, africane, levantine, anglicane e olandesi e il fondersi delle varie culture, religioni e tradizioni, anche gastronomiche, sarebbe rappresentato proprio dal cacciucco. Secondo lo storico livornese di origine siriana Paolo Zalum (citato da Aldo Santini), il cacciucco sarebbe stato inventato da un guardiano del Fanale, il faro del porto, al quale un editto della Repubblica fiorentina proibiva di friggere il pesce (perché l’olio doveva essere usato per alimentare la luce del faro). Da qui l’invenzione del cacciucco, che di olio ne richiede poco.

 

il cacciucco

Un’antica leggenda narra che un pescatore livornese, andato con la sua barca in “battuta”, fu colto da un’improvvisa tempesta e affogò. Lasciò la moglie e i tre figli piccoli nella miseria, tanto che per la fame i bambini andarono dai pescatori amici del babbo a questuare del pesce. Tutti gli diedero qualcosa: chi un polpo, chi una cicala, chi un palombetto e chi una seppia. La mamma con i pesci raccolti dai figli preparò un piatto caldo. Prese erbe e pomodori dall’orto e con un po’ d’olio fece una salsa, che cucinò assieme ai pesci e a dell’acqua. Poi mise in una zuppiera delle fette di pane raffermo e vi rovesciò la zuppa. Il profumo di questo cibo della provvidenza si diffuse nel quartiere, richiamando una folla di curiosi, che con grande sorpresa sentì quell’odore soave arrivare dalla tavola della povera famigliola. Era nato il Cacciucco.

La ricetta originaria del cacciucco, che vanta anche una versione viareggina, prevedeva tredici specie di pesce: polpo, palombo, sugarello, grongo, murena, cappone, scorfano, gallinella, ghiozzo, bavosa, boccaccia, cicala e seppia. Ma non ci sono regole precise. Infatti, molto dipende dal pescato del giorno che comunque deve essere “da zuppa”. Un’altra “chicca”: il vino che lo accompagna, secondo la tradizione livornese, deve essere rosso e mai bianco.
Pesci non adatti al cacciucco:  Pesce azzurro (sgombri, acciughe, ecc.), boghe, triglie, muggini, e pesci nobili: come spigole, orate, saraghi, scampi, sogliole, aragostine.

Gli altri elementi che caratterizzano il piatto sono: la forte presenza dell’aglio nel soffritto e sul pane abbrustolito, il gusto piccante dato dallo zenzero (peperoncino) e l’acidità data dal vino rosso, che “prima affoga il cacciucco durante la cottura, e poi vi si abbina eccezionalmente durante tutto il pasto”.  E anche questa è una grande verità, bevete vino rosso di ottima qualità con il cacciucco e non ve ne pentirete, ovviamente come suggeriscono i livornesi, un buon rosso di Bolgheri.

Infine, il brodo che deve essere rosso scuro, denso e profumatissimo, ottenuto dalla cottura del pesce con brodo e pomodoro e poi passando al passaverdure le polpe del pesce da minestra, le lische e le teste dei pesci grossi.
Adesso di pesci non se ne mettono più 13, ma 5/6 o al massimo 7 se si trovano, se si ha la fortuna di avere un mercato vicino con banchi che vendono pesce adatto perché, come abbiamo detto con il branzino non si fa il cacciucco.

E dall’Accademia della Crusca disquisizioni su Cacciucco o Caciucco? Io la penso come i livornesi 5 C.
Cacciucco nel cinema quello che mangia Gassmann a Civitavecchia al ristorante sul porto nel film “Il Sorpasso” insieme a Jean-Louis Trintignant.

Bibliografia
Notizie ricavate dalla memoria, dai vari parenti livornesi e dalle amicizie sempre livornesi e da Wikipedia.
http://www.taccuinistorici.it/ita/news/moderna/pesci-conserve/Storia-del-cacciucco.html
http://www.accademiadellacrusca.it/it/lingua-italiana/consulenza-linguistica/domande-risposte/cacciucco-caciucco
http://www.cacciucco.com/

 

il cacciucco

cacciucco

Ricetta per “Il Cacciucco” 13 qualità di pesci e cinque C” :
per 6 persone

Ho ordinato il pesce una settimana prima, non è pesce facile da trovare, pesci da 4/500 g

  • 2 scorfani, 1 rosso e l’altro marrone
  • 1 pesce Gallinella
  • Ghiozzi, Bavose, Sugarelli si possono aggiungere
  • 1 pesce Prete
  • 1 pesce San Pietro
  • 1 Tracina
  • 1 Rana Pescatrice
  • 1 Polpo Verace
  • 2 Calamari medi
  • 2 Seppie medie
  • Cicale o Pannocchie, 2 per piatto
  • Cozze e Vongole 1 chilo per tipo
  • Scampi
  • Gamberoni 2 per piatto, (in realtà ci vorrebbero gli scampi ma non li ho trovati)
  • peperoncino
  • sedano, carota, cipolla e aglio per il soffritto
  • 1 bicchiere di vino rosso corposo
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro
  • pane toscano tostato almeno 3 fette a testa

per il brodo di pesce

  • pesci minuti da zuppa
  • sedano, carota, cipolla, pomodori

Pulite e lavate bene tutto il pesce, togliete le teste e lasciatele per il brodo, ovviamente dovete togliere sangue residuo e occhi altrimenti il brodo verrà amaro. Mettete tutti i pesci piccoli, le teste di quelli grandi e alcune lische in una pentola con odori vari e acqua, un paio di litri e fate bollire almeno un’ora, aggiungete il sale grosso e fate ritirare fino a ridurlo almeno a 500/750 ml. Una volta pronto passate tutto al passaverdure e tenete da parte.

In una casseruola soffriggete con olio extravergine un paio di spicchi d’aglio, sedano, carota e cipolla tritati finemente e un pezzo di peperoncino. Quando le verdure avranno preso colore bagnatele con un bicchiere di vino rosso e fatelo sfumare, poi allungate un cucchiaio di concentrato di pomodoro con il brodo caldo e mettetelo nel tegame. Tagliate a pezzi non troppo piccoli i calamari e le seppie e metteteli nel tegame e continuate a bagnarli con il brodo preparato, fate cuocere fino a quando saranno teneri bagnandoli sempre con il brodo, aggiungete i pesci grossi a pezzi di 3/4 cm e portate a cottura a fuoco lento. Il cacciucco deve avere un sugo denso mai troppo e mai liquido.
Fate aprire le cozze e le vongole a parte e aggiungetele, (è preferibile aprirle a parte per evitare eventuale sabbia, unite gli scampi, le pannocchie e i gamberi, io ho trovato solo i gamberoni che non sono tipici dei nostri mari ma questo ho trovato.
Proseguite la cottura ancora cinque minuti, far ritirare o aggiungere brodo. Servite in terrine sul cui fondo avrete messo fette di pane toscano arrostito e strusciato di aglio buono.

 

cacciucco

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Questo articolo ha 16 commenti
  1. Delle cosidette zuppe di pesce che sono un pò ovunque nelle regioni sul mare quella che preferisco è il caciucco. A Trieste città di mare ne fanno una versione ottima ma io preferisco questa. Grazie e buona giornata.

  2. Grazie Edvige anche per me è la migliore ci sono anche affezionata, ė la piū complicata, ho fatto anche un brodetto che metterò domani buono molto ma un’altra cosa. Saluti cara e auguri

  3. Grazie Tamara del tuo contributo … e che belle foto come al solito!! Lasciano proprio spazio all’immaginazione sulla lunga storia di questa ricetta.

    1. L’amore per il piatto è tanta è vero, non è venuto come avrei voluto, parlo delle foto, ogn volta che mi serve una foto importante ho notato che mi frega l’aspettativa, non vengono mai come vorrei…;)

  4. Mi sono sempre limitata a mangiare questo piatto senza essermi mai informata sulla sua storia. Passare a trovarti vuol dire non solo entrare a conoscenza con aneddoti, ricette e notizie importanti (come l’articolo magistrale che hai scritto sull’anisakis) ma mangiare con gli occhi! Foto stupende e articolo interessantissimo! Complimenti come sempre! Un bacione

    1. Alessandra leggo con grande piacere le tue parole, mi piace sempre entrare nelle ricette, andare a cercare quella che è la loro storia legata al territorio e alle persone che lo abitano, il cacciucco ha fatto parte della mia vita, è una ricetta che è sempre stata presente a casa mia e lo mangio sempre con piacere. E poi mi piace fare informazione spiegare che cosa è l’anisakis è importante quindi ogni volta che si parla di pesce bisogna parlare del parassista, grazie cara

    1. Grazie Giovanna, sei una toscana doc, bhe il “caciucco” non si può proprio sentire, lo adoro, ma quanti pesci ci vogliono e torvarli tutt insieme a Roma non è facile, li ho ordinati un paio di settimane prima…

  5. io mi sono innamorata di questo piatto. E’ favoloso per non parlare delle foto. Ma la cosa più interessante è la storia che hai raccontato intorno a questo piatto. E’ sempre bello scoprire quello che si cela dietro al cibo che accompagna la nostra giornata e le tradizioni nostre e non. Un saluto caro e buona serata!

    1. Milena per me è uno dei migliori piatti a base di pesce, sicuramente la zuppa migliore in assoluto, per la varietà di pesci, pesci molto poveri ed è l’unico dove si usa il vino rosso, ciao cara

    1. Ilaria sì, mi sono confusa, in maremma si chiama cappone a Roma, dove abito coccio o gallinella, insomma, i pesci dovrebbero essere 15 e in aggiunta puoi mettere, sugarelli, ghiozzi e bavose, se li trovi, sono molto saporiti, vedrai che cacciucco, parla. Fammi sapere, grazie e scusa e tantissimi auguri 🙂

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