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Brodetto di Borgo marino nord – Pescara –

Brodetto Di Borgo Marino Nord – Pescara –

Brodetto di Borgo marino nord – Pescara -. Ecco il brodetto. Si rosola nella casseruola di coccio, in olio abbondante, aglio e peperone secco, che poi si toglie e si trita con il mortaio; si aggiunge nella pentola mezzo bicchiere di acqua e mezzo di aceto bianco, quando inizia a bollire si rimette il peperone tritato insieme a un po’ di conserva di pomodoro. Poi si immerge il pesce in successione in base alla consistenza, si mette il coperchio e si cuoce a fuoco vivo…  Nei ristoranti non trovi questa versione ma quella con molto sugo di pomodoro e peperoncino piccante (brodetto alla pescarese) .

La mia ricetta per la Giornata nazionale del Brodetto del Calendario del cibo italiano

Un po’ di storia

Arriviamo nel mare Adriatico a Borgo marino nord, Pescara in Abruzzo. I borghi marinari  sono ricchi di storia, poche case, spiagge deserte,  barche di legno in secca, quelle di una volta e le reti ad asciugare mentre  i pescatori con la pelle cotta dal sole  aggiustano le reti e silenzio intorno a tutto questo. E’ un po’ troppo romantico tutto questo, perché i villaggi dei pescatori sono anche fame, lunghi inverni senza poter uscire con le barche capovolte in attesa che arrivi il tempo migliore, il mare calmo. Inverni lunghi con i figli da sfamare e in troppi sfidavano il mare grosso per cercare di portare a casa qualcosa e spesso non tornavano e gli armatori li sostituivano senza pensare alle vedove e ai bambini. Non c’erano protezioni di nessun tipo e non c’era nessuno che contrattasse con gli armatori. Le cose sono migliorate ma adesso il nostro mare è meno pescoso per tanti motivi.

livornofoto La Nazione

Non è possibile stabilire con certezza quando sia sorto a Pescara il borgo dei pescatori sia quello a sud che quello a nord del fiume omonimo in quanto sono poche le testimonianze scritte, anche di natura privata e quelle orali non consentono di risalire oltre i ricordi personali entro l’arco di un secolo. Si suppone comunque che già in epoca classica il mare abbia favorito la formazione di insediamenti stabili sulla costa presso la foce del Pescara considerato scalo importantissimo (specie ai tempi di Diocleziano) per gli scambi con la Dalmazia. Esso rimase attivo col nome di Ostia–Aternum fino al tempo dei Bizantini e delle crociate, quando la località assunse il nome di Piscaria, che la connotava come zona pescosa.
Qui i pescatori venivano pagati dagli armatori al ritorno dalla pesca anche con ceste di pesce poco pregiato, la scafetta questo era il termine con cui veniva chiamato il paniere che l’armatore distribuiva all’equipaggio del peschereccio. Il brodetto è nato come piatto povero dei pescatori dell’Adriatico che utilizzavano quel pescato che era difficile da vendere a causa della sua bassa qualità, o delle dimensioni dei pesci, troppo piccoli. Il brodetto che si preparava sui pescherecci non prevedeva l’uso del pomodoro, difficilmente conservabile sopra una barca, pertanto la ricetta veniva “colorata” con del peperone rosso e del peperoncino piccante. Veniva inoltre rispettata una sequenza nella cottura dei vari tipi di pesci: dai più duri ai più delicati.
Nel periodo invernale, quando il mare in burrasca non consentiva la pesca, le mogli dei pescatori usavano raccogliere sulla spiaggia alcune pietre che “profumavano” di mare, di iodio o pezzi di scoglio con attaccate alghe e molluschi,  le mettevano a bollire insieme al pomodoro per insaporire le pietanze. Ovviamente gli armatori erano i primi a scegliere i pesci più grossi, vendevano il pescato migliore e si tenevano per casa i pesci grossi invenduti quindi ai pescatori andavano i rimasugli. Le donne rivendevano nelle strade vicino al porto i pesci, e l’invenduto lo tenevano per il brodetto della cena. Quindi pesce piccolo, merluzzetti, totani, piccole sogliole, scorfani, polpetti, cicale. I peperoni secchi dolci, per colore e sapore, venivano preparati in estate, seccati al sole e usati poi in inverno. Abbiamo detto pesci di piccola taglia, quello che rimaneva e quello che si pescava, quindi scorfano, sogliole, pannocchie, triglie, seppie, tracine, squaletti, san pietro e merluzzetti, non si sceglieva molto, quello che avanzava si metteva in pentola. Anche i granchi perché no, facevano un buon brodo.

 

cuccagna-fiume-pescarail fiume Pescara da  Pescara.net

Ingredienti per Brodetto delle case dei pescatori di Borgo marino nord:

  • 8/10 peperoni dolci secchi
  • 1 spicchio di aglio
  • qualche cucchiaio di olio
  • 1 chilo di pesci piccoli vari, merluzzetti, triglie, tracine, sogliolette, scorfani, cicale, gli scampi li ho messi perché non ho trovato le cicale, polpetti e totani quelli italiani, i pesci della stagione, quelli che riuscite a trovare
  • un cucchiaino di conserva di pomodoro
  • un bicchiere di acqua e uno di aceto bianco, se lo avete quello del contadino molto forte
  • io ho messo anche del peperoncino piccante

Come si prepara l’ho scritto e lo riassumo: si mettono alcuni cucchiai di olio extravergine in un tegame di coccio con l’aglio schiacciato e si fanno rosolare i peperoni dolci, quando saranno pronti si tolgono dall’olio e si pestano nel mortaio, quindi si aggiunge un bicchiere di acqua e uno di aceto, si rimettono i peperoni frantumati nel tegame e poi si uniscono i pesci, prima quelli più duri, polpi, seppie e totani tagliati a pezzi e poi gli altri, si aggiunge il sale, si chiude con il coperchio e si fa cuocere per una ventina di minuti, se dovesse mancare del liquido aggiungete acqua calda. Il brodetto più buono mai mangiato prima, particolare e molto povero.

Per questa ricetta e le informazioni ringrazio la mia cara amica Maristella Lippolis senza di lei non avrei avuto neppure l’idea.

qui le notizie su Borgo marino nord

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Questo articolo ha 13 commenti
    1. In effetti neppure io conoscevo questa preparazione e devo dire che mi è piaciuto quasi più del cacciucco, è più semplcie, più breve preparazione e cottura e i peperoni e l’aceto gli danno un sapore che non conoscevo, da provare, io lo rifarò presto 😉

  1. Bellissimo post Tamara. Ormai sai quanta nostalgia io abbia di un tempo che non ho mai vissuto, se non nella mia immaginazione. Bello anche il ricordo della tua mamma, così simile a quelli che anch’io conserverò per sempre nella mia memoria. Ottima la zuppa, con quei peperoni che, lo confesso, non conosco affatto e che mi incuriosiscono davvero tanto!

    1. Ciao Roberta, neppure io conoscevo questo brodetto, perché in vita mia ho sempre mangiato e preparato solo il cacciucco, ma volevo fare un brodetto perché se presentavo ilc acciucco la Van Pelt mi si mangiava allora sono ricorda ad un’amica pescarese, una che conosce molto bene il territorio ed ecco il risultato, ti consiglio di provarlo, quel peperone e l’aceto fanno la differenza, un sapore che non conoscevo…i ricordi sono lì ma è andata via troppo velocemente…facevamo tante cose insieme 😉

  2. “Cucinavamo insieme con mamma anche se non andavamo d’accordo su nulla, lei aveva un carattere forte che si scontrava con il mio non morbido…” praticamente due spigolose in cucina ma che hanno intagliata nell’anima la bellezza della condivisione e che sono riuscite a preparare ben 1000 tortellini, nel 2009, entrambe adulte e sagge ma pur sempre spigolose. Ecco Tamara, io avrei voluto avere una bacchetta magica per farmi piccola ed entrare nella cucina, zigzagando tra i tortellini distesi ordinati come in un domino goloso e schivare spigoli e godere di racconti e sorrisi. Come vorrei godere di questa tuo broeto, un inno gioioso a ciò ami e che ti da la carica. Grazie per il tuo splendido post e per averlo condiviso con noi. Anna Maria

    1. Anna Maria grazie a te, mi mancano quei momenti, si discuteva e poi si tiravano fuori dei piatti ottimi, mi ha insegnato tanto e poi si rideva e ci si divertiva…

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